lunedì 15 luglio 2019

ESTATE RAGAZZI PER BAMBINI CON DISABILITÀ, IL COMUNE RISPONDE: "QUEL PADRE SAPEVA DI AVER DIRITTO SOLO A UN TURNO, COME TUTTI"

Il Comune smentisce seccamente il contenuto dell’articolo pubblicato oggi da Chioggia Azzurra, in merito a presunte carenze agostane nel servizio di Estate Ragazzi (centri estivi) relativamente ai bambini con disabilità. Secondo Daniela Ballarin, dirigente del settore Servizi alla Persona, l’ente «non ha escluso nessuno. I centri estivi garantiscono un’opportunità pubblica nel territorio, con servizi gestiti attraverso realtà associative credibili ed esperte, in funzione del budget a disposizione». Ballarin ricorda che «tanti Comuni non adempiono a questa possibilità, che si aggiunge ai normali compiti dell’amministrazione»: ricevendo tantissime domande, vengono adottati criteri per accogliere tutti.
Come la priorità ai bimbi i cui genitori lavorano, o la certezza di un turno (luglio oppure agosto) per ogni bambino: «Le disabilità peraltro – continua la dirigente – sono gestite dal settore Servizi Sociali e dall’ULSS. Il rapporto educativo 1:1 è comunque garantito ai bambini con disabilità, che partecipano al progetto nella piena inclusione». Anche ai normodotati, l’anno scorso, era garantito un solo turno: il rapporto tra educatore e bambini è in questo caso di 1:15. «Il turno mensile lo hanno scelto i genitori», spiega Daniela Ballarin. «Circa dieci anni fa il progetto andava avanti grazie all’assegno “di sollievo” che l’ULSS attribuiva direttamente alle famiglie, per poter poi sopperire allo stipendio dell’educatore».
Non risponderebbe al vero nemmeno che le altre famiglie nella medesima situazione siano solidali col padre della bambina che si è esposto: «Domani mattina – conclude la dirigente Ballarin – incontreremo i genitori per cercare di creare un processo assieme alle scuole, ai servizi sociali e all’ULSS, un percorso che vada al di là dei centri estivi, che segua il bambino dopo la scuola e in estate, un progetto di vita. Perché dietro un bimbo con problemi c’è una famiglia che ha bisogno delle istituzioni. Altrimenti i soli centri estivi diventano una baby sitter».

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