venerdì 11 dicembre 2015

LE CURE FACCIAMOLE ASSIEME - PATTO DI OSPITALITA'

LE CURE FACCIAMOLE ASSIEME IL PATTO DI OSPITALITÀ TRA IL PERSONALE SANITARIO DELL'ULSS 14 E I PAZIENTI Un ospedale più umano, con più capacità di ascolto del paziente, anche per ridurre i costi e le conseguenze delle azioni legali contro i medici e aumentare il livello di condivisione delle cure. L'Ulss 14 e Cittadinanza Attiva firmano un documento che impegna personale medico e sanitario e pazienti al rispetto reciproco. Una serie di impegni reciproci, perché, come ha ricordato il direttore generale dell'Ulss 14, Giuseppe Dal Ben, "alle persone che arrivano presso i nostri servizi non si danno solo medicine e una terapia, ma vanno accolte e ascoltate". "Un'alleanza tra cittadini e operatori a condividere dei valori fondamentali" ha detto Umberto Iazzetta, responsabile di Cittadinanza Attiva e del Tribunale dei diritti del malato. Parlare senza alzare la voce. Comunicare una diagnosi nei luoghi appropriati. Saper ascoltare. Non avere paura di dire che non si è capito qualcosa. La prudenza. Usare sempre termini comprensibili. Usare sempre un tono di voce adeguato. Mai manifestare un giudizio piuttosto che un pregiudizio. Il confine tra la terapia prevista e la terapia ritenuta dal paziente non più accettabile. Questi sono alcuni dei punti sottoscritti e condivisi nel "Patto di ospitalità". Ma soprattutto il personale ospedaliero si impegna infatti ad ascoltare "chi vuole accanto il paziente quando ha paura". Il personale inoltre si impegna ad ascoltare il paziente anche quando questo suggerisce che si sta sbagliando qualcosa. Un rapporto paritario basato sull'ascolto e la comprensione reciproca, un po' come nel matrimonio è stato giustamente suggerito nella presentazione e che completa gli obblighi deontologici professionali dei medici e del personale infermieristico e di assistenza e la Carta Europea dei diritti del malato. "Prendersi cura del paziente in senso ampio. La persona che arriva nei nostri servizi ha speranza di essere accolto e ascoltato. Un tema non facile da trovare nelle aziende sanitarie. Nei percorsi che ho fatto non sempre si trova terreno fertile per svluppare queste tematiche perchè subentrano la routine, le fretta e le scadenze. Chi non capisce queste cose in ambito sanitario è meglio che cambi mestiere", ha detto il direttore generale Dal Ben. "I pazienti esigono rispetto e sono pronti a darlo. - Ha detto Umberto Iazzetta di Cittadinanza Attiva - Nel documento si afferma la volontà di agire nella politica sanitaria della regione producendo nuove forme di cambiamento e di sollecitazione suglia spetti organizzativi della sanità in modo partecipativo proponendo una alleanza tra cittadini e operatori a condividere valori fondamentali". Ai doveri professionali si aggiunge adesso l'impegno alla "giusta dose di umanità", ha detto Iazzetta, "anche per ridurre il numero di contenziosi legali dovuti spesso al mancato confronto e coinvolgimento del paziente nella proposta di cura. Spesso - ha spiegato Iazzetta - l'atteggiamento difensivistico del medico ha costi e ritardi sul sistema e dunque su noi tutti". Il rappresentante regionale di cittadinanzattiva Umberto Iazzetta Basta dedicare un po' di tempo in più al paziente e i risultati si vedono. Il professor Giampietro Vecchiato, dell'Università di Padova, ha ricordato che "Non esiste causa quando c'è un buon rapporto medico-paziente. Uno studio dell'università di Parma mostra che quando aumenta il tempo dedicato al paziente calano le contestazioni". Basta poco. A volte alcuni medici, nei casi di cure oncologiche danno il loro numero di cellulare ai pazienti in cura che commentano "è come un ciclo di chemioterapia". "L'ascolto - ha detto il professor Vecchiato - è un'Abilità fondamentale da coltivare per tutta la vita ed è fondamentale in alcune professioni: Psicologo, prete, ma soprattutto il medico: le parole del medico infatti recano speranza o disperazione. Sono come un bisturi, sono parte del suo armamentario". Infine il dottor Luca Sbrogiò, direttore sanitario dell'Ulss 14 di Chioggia, ha riassunto questo importante documento e il percorso che ha portato ad accettarlo. "Il valore del Patto - ha detto Sbrogiò - è tra il personale sanitario, pazienti, associazioni e sindaci dei tre comuni. Cioè tra curante e curato ma anche tra la sanità pubblica nel suo comp,esso e i rappresentnati della comunità ed è basato sulla fiducia. Se viene meno fiducia tra il personale sanitario e chi mett ,la propria esistenza nelle mani dei professionisti si è arrivati al punto più basso del rapporto umano e professionale". Nel 2016 verranno formati dei tutor che faranno da mediatori tra pazienti e medici per dedicare più tempo ai pazienti e spiegare le cure, condividere il percorso di cura. Giampietro vecchiato prof università padova In apertura dell'incontro, il sindaco Giuseppe Casson e il sindaco di Cona Alberto Panfilio hanno dato una targa di benemerenza, che era fuori programma ma molto gradita, al direttore Dal Ben per tutto quanto lui e i suoi collaboratori hanno fatto in questi ultimi anni per la sanità del nostro territorio. " Mettiamo un altro punto fermo. Non basta leggere il documento e dire ma si facciamo. È un impegno che va coltivato giorno per giorno. Al di là del,a mia presenza a Chioggia che spero di continuare" ha detto Dal Ben facendo intuire che vorrebbe continuare il lavoro a Chioggia in scadenza il 31 dicembre. i sindaci Giuseppe Casson e Alberto Panfilio con il direttore generale Giuseppe Dal Ben

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