«E poi secchi, mastelli pieni di reti che hanno appesi segnali da pesca, cassette di polistirolo ricolme di piccole sogliole fuori misura; auto e motocarri scrostati, con carichi malcelati da consunti teli di plastica. (...) Esistono le case gialle, rosa, bianche, verdi; case a campanile, a un piano. Abituri che scrutano la fila ininterrotta di pescherecci coperti di stracci e lenzuola decorate da fiori violacei, e poi teloni e tavole di legno, l'enorme battello che è reclinato su un fianco, coperto di alghe verdi. (...) Tutto intorno gusci di barche umide e annegate, un cantiere, pneumatici agganciati alla riva come parabordi, barche sospese per liberarne il fondo dai minutissimi organismi spruzzanti acqua; un negozio specializzato nella vendita di esche vive e di paccottiglia per bavaresi (fari in miniatura, bussole giocattolo, conchiglie variopinte). Ancora case, case azzurre, rosse, rosa, bianche, verdi, con tende bianche a righe marroni, gialle, verde bottiglia. Più in là, l'isola del Buon Castello, che nella fantasia dei bambini è abitata da re, principesse e draghi, ospita una pompa di nafta e un cantiere. Ancora oltre, un ristorante, un negozio recante sulla tenda l'indicazione "PANE VINO BIBITE FRUTTA E VERDURA". (...) E verso il limite settentrionale del villaggio, un elettrauto nascosto dietro a un muretto e ancora una lunga fila di casette a campanile. Più in là gli alberi delle barche a vela della darsena, il porto, il mare, la diga, il niente».
(Non è "Marcovaldo" di Italo Calvino, ma "Confessioni di un NEET" dello scrittore chioggiotto Sandro Frizziero, Fazi Editore 2018)
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