Si avvicina la decisione del Comune di Chioggia relativa al terminal intermodale d'altura VGate al largo di Isolaverde. Venerdì 25 gennaio infatti è stata convocata una seduta del consiglio comunale con un solo argomento all'ordine del giorno, appunto la risposta da comunicare al Ministero per l'Ambiente entro domenica 27, quanto alla fase preliminare (scoping) rispetto alla valutazione d'impatto ambientale del progetto. Nelle sedute di commissione tenutesi le scorse due settimane, sia le associazioni di categoria del turismo che i tecnici del settore Urbanistica del Comune avevano manifestato forti perplessità di ordine ambientale, così la bozza presentata dal gruppo consiliare di maggioranza, il Movimento 5 Stelle. Intanto la società mestrina VGate, promotrice dell'opera, in una nota comunica che «è nel nostro interesse continuare ad approfondire il confronto con il territorio sul progetto e allargarlo a modalità di dibattito costruttive e inclusive.
Questo è anche il motivo per cui la società ha scelto di attivare la procedura di scoping, con il fine di raccogliere valutazioni e suggerimenti proficui in vista della successiva fase di studio del progetto, che comprenderà anche un focus specifico sull’impatto ambientale e sul turismo, mettendosi inoltre a disposizione di tutti i soggetti interessati per un confronto e un ulteriore approfondimento delle tematiche collegate all’opera». VGate ricorda che «nelle ultime settimane la società si è attivata per incontrare tutti i soggetti coinvolti dalla fase di scoping, in modo da analizzare gli elementi critici che richiedono rassicurazioni, valutare modifiche progettuali per migliorarne la sostenibilità e dialogare con le istituzioni sulle opere accessorie. Questi incontri sottolineano la volontà di accogliere suggerimenti e riflessioni per migliorare il progetto sotto ogni profilo possibile, condividendo al contempo le esigenze che ne hanno portato alla nascita e le potenzialità per lo sviluppo di Chioggia e per tutto il territorio regionale».
I quattro soci di VGate si dicono certi che «il Veneto necessita di un punto di accesso, indispensabile per permettere a tutto il sistema interportuale e logistico di collegarsi direttamente al traffico marittimo delle grandi navi portacontainer, che tra qualche anno non potranno accedere a Porto Marghera, e per evitare quindi i costi e l’impatto ambientale creati dallo spostamento delle merci nei porti del Nord Europa. Un’infrastruttura come il terminal VGate potrebbe quindi garantire al territorio di Chioggia non solo opportunità ricollegabili all’occupazione diretta nel settore della logistica, in continuo ampliamento, ma anche generali vantaggi all’economia locale, che andrebbero a consolidare e aumentare le attività già esistenti, come il turismo, a fronte dell’operatività connessa al terminal, continuativa durante tutto il corso dell’anno». VGate è «cosciente che l’aspetto economico non esaurisce l’analisi di un progetto così importante, ma che vanno studiati a fondo gli impatti su ogni settore per far sì che questa proposta cresca nel rispetto del territorio e grazie al territorio, che ne è un punto basilare di riferimento».
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