giovedì 17 gennaio 2019

PESTAGGIO AL LICEO, UN TESTIMONE: "L'ALTERCO ERA INIZIATO PRIMA NEI NETWORK, ANCHE LA VITTIMA AVEVA GIÀ SFERRATO UN COLPO A CHI POI LO HA AGGREDITO"

Come prevedibile, ha destato il giusto scalpore la notizia, pubblicata oggi da Chioggia Azzurra, di un'aggressione avvenuta sabato scorso fuori dal Liceo Veronese di Borgo San Giovanni ad opera di uno studente 17enne dello stesso istituto contro un altro allievo coetaneo. La vicenda è al vaglio dei Carabinieri di Chioggia perché il giovane ha subito una ferita al volto suturata con nove punti, in attesa di una eventuale denuncia formale dei genitori del ragazzo colpito, in quanto ancora di minore età. Tuttavia in molti, con toni e moventi diversi, alcuni presenti al momento dell'accaduto e altri per sentito dire, hanno sollecitato di indagare quanto alle circostanze che avrebbero portato al sanguinoso epilogo: se ormai è assodato che -contrariamente a quanto stava scritto nell'articolo, citando una fonte di rilievo- l'aggressione non si è trascinata fino alla pista rosa, rimanendo confinata nello stretto angolo all'esterno del plesso, non sono invece smentibili né la gravità delle ferite a referto riportate dalla parte soccombente (se ci si rende conto di cosa significhino nove punti in bocca), né le insolenze -più che gli insulti- che quest'ultima ha ricevuto nei giorni e nelle ore precedenti da parte di colui che si è reso protagonista negativo. E magari non solo da questi: sia chiaro che non si onora un'amicizia proteggendo coloro che hanno palesemente sbagliato. senza far loro presente la palese erroneità del comportamento.
Ancora in dubbio, però, è una qualche partecipazione dell'aggredito con azioni altrettanto manesche o violente, anche al di là della legittima difesa: fra i tanti commenti e messaggi ricevuti, non sempre urbani e rispettosi del nostro lavoro, abbiamo scelto di pubblicare quanto ci scrive un allievo dell'istituto che dice di aver assistito ai fatti, e che in modo cortese e puntuale ribadisce di trovare «il fatto disdicevole e molto infantile da parte di entrambi i contendenti». Nel confermare il pronto intervento del corpo docente («ancora una volta hanno dimostrato di essere a disposizione di noi studenti in ogni situazione»), e senza l'intento di giustificare l'ingiustificabile, secondo la sua tesi «il litigio non è partito sabato bensì venerdì pomeriggio, quando entrambi hanno cominciato a discutere in maniera accesa attraverso i social network». Inoltre, l'evento che avrebbe fatto scaturire il pestaggio sarebbe avvenuto la mattina stessa di sabato, quando -secondo questa fonte- colui che più tardi sarebbe stato aggredito avrebbe per primo mosso un ceffone (o un pugno o una spinta) all'altro ragazzo, «senza troppe motivazioni» sebbene le insolenze ricevute siano agli atti, e così le richieste di smetterle. Poi la cosa è degenerata nel modo ormai descritto in giornata, che interroga le coscienze e la scuola stessa: anche se il fatto è avvenuto fuori dalle sue mura, come sarebbe potuto accadere altrove. Checché si voglia leggere, nessuno su queste pagine ha contestato episodi di bullismo né di persecuzione, o l'azione di un "branco" in luogo di una persona singola, o l'ipotesi di una premeditazione "per dare una lezione", nonostante le voci circolanti. Chioggia Azzurra non ha scritto ricostruzioni di parte - non foss'altro perché nemmeno ha interagito con alcuno dei contendenti - bensì con le autorità intervenute per ciascun ambito di competenza. Far bene il proprio mestiere è valutare l'attendibilità delle fonti, il loro peso, e non tralasciare (per omertà o scarsa trasparenza) alcunché di ciò che sia notiziabile in progress: è quanto abbiamo ritenuto di fare, oggi in questa vicenda e non solo. Minimizzare non fa certo del bene.

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