martedì 29 giugno 2021

ACQUA SALATA IN CANAL DI VALLE: VALGRANDA MUORE DI SETE

Seppure non è da tanto che non piove, le temperature in questo periodo stanno raggiungendo valori importanti, forse dovuti anche ai cambiamenti climatici, comunque inusuali per la stagione. Fabio Fioroni, della Società agricola Morari, in via Valgrande a Canal di Valle, fa notare che le piante per traspirazione ed evaporazione consumano molta acqua. Seppure la sua tenuta sia circondata da fiumi, ora, in questo periodo di necessità, non può utilizzarne le acque. Misurando la salinità del Canal di Valle ha notato un importante aumento di concentrazione di sale, che in alcuni momenti della giornata arriva al 7 per mille. Con una concentrazione di sale già superiore al 2 per mille, 2 chili di sale in ogni metro cubo di acqua, la stessa non può più essere prelevata per irrigare le piante, in quanto una volta che l’acqua evapora la concentrazione di sale nel terreno aumenta con il rischio di desertificare la campagna. In queste condizioni di piovosità il cuneo salino sale per chilometri e il rischio è che muoia tutto. Le coltivazioni stanno soffrendo e con loro la fauna, che non trova di cui abbeverarsi a meno che non si accontenti della rugiada mattutina. Siamo solo all’inizio della stagione, afferma Fioroni, davanti a noi abbiamo un altro mese e mezzo di estate e la vita necessita di acqua dolce. Oggi questa manca. Potremmo averla, sostiene l’agricoltore, se fosse stato costruito lo sbarramento per il cuneo salino sul Brenta di cui si è parlato tanto e che si spera venga realizzato al più presto. La desertificazione ora è un rischio reale. Al tempo degli antichi romani, rammenta Fioroni, se si voleva indebolire il nemico si buttava sale sulle campagne perché non crescesse più nulla e non crescesse ciò di cui alimentarsi, qui si ripropone la stessa situazione. Aspergendo con acqua salata è il rischio che si corre. Ed è una situazione che se dovesse verificarsi non si potrebbe più tornare indietro, sarebbe irreversibile. È un tasto dolente quello su cui batte Fioroni, danneggiato come altri dal fatto che l’opera che potrebbe risolvere la situazione è bloccata per volontà di pochi che sembrano esser appoggiati da poteri forti e per colpa dei quali si rischia un’eventualità irreparabile. Il Consorzio di Bonifica ha consigliato la realizzazione di pozzi che possano raccogliere l’acqua dalla falda, ma anche questa situazione è a rischio, in quanto tirando su acqua dolce si creano spazi che sarebbero riempiti dall’acqua salata. Ora la sua azienda agricola, come altre, si serve dall’acquedotto, riempiendo botti insufficienti per soddisfare le esigenze di tutta la campagna, riuscendo a eseguire un'irrigazione di soccorso con spreco di tempo soprattutto e di soldi. Fioroni sottolinea la gravità della situazione per il territorio di Chioggia, serve un provvedimento urgente e necessario da parte dell’amministrazione per cominciare a realizzare questa importante infrastruttura

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