giovedì 19 agosto 2021

100 GIORNI IN RIANIMAZIONE TRA LA VITA E LA MORTE E NON VOLETE VACCINARVI?

Ricoverato a Trecenta in fin di vita, dopo 100 giorni in rianimazione e dopo quasi un anno dal sopraggiungere dell’infezione da Covid 19, Armido non ha ancora ripreso in mano la sua vita pienamente. Il 25 settembre dello scorso anno è stato ricoverato in quanto trovato positivo al virus, aveva già patologie pregresse che forse hanno influito sul decorso della malattia. Il giorno dopo, prima di intubarlo, non sapendo neppure se avrebbe passato la notte, gli hanno fatto fare una chiamata alla moglie in modo da potersi salutare. Una tragedia salutarsi senza sapere se quella poteva essere l’ultima occasione per farlo, l’ultimo momento per farsi coraggio promettendo che si sarebbero risentiti, sperando che dirlo non fosse una bugia. A Trecenta il 26 settembre Armido è stato messo in sedazione profonda, coma farmacologico, intubato per 40 giorni, ha subito una tracheotomia. Passato questo periodo in cui era difficile per i medici fare previsioni, ha cominciato poi a respirare in autonomia, poco alla volta gli è stato tolto l’ossigeno durante la riabilitazione che ha cominciato ad Adria, sempre nel reparto di rianimazione. Gli è stato poi tolto il sondino, dopo un paio di mesi, e ha potuto ricominciare ad alimentarsi. Ciò ha consentito il suo trasferimento al reparto cardiologia, sempre a d Adria, continuando la riabilitazione. Il Covid e le cure per debellarlo gli hanno tolto le forze e tuttora, a distanza di quasi un anno non riesce a stare in piedi per più di mezz’ora, questa condizione non gli permette di tornare al lavoro e riprendere le redini della propria vita. Mentre Armido veniva preso per i capelli i familiari risultavano positivi, tutti fortunatamente asintomatici. Ora negli ospedali la maggior parte delle persone ricoverate sono coloro che non si sono vaccinati. Chi si è vaccinato può pendere ancora il virus ma in forma lieve o totalmente asintomatica. L’invito che porge Armido è vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi. Solo così si può evitare di vivere la sua esperienza, da non augurare al peggior nemico.

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