domenica 15 agosto 2021

INCIDENTE NAUTICO: UN'ALTRO INTERVENTO PER LA MINORENNE COINVOLTA

La giovane ragazza che nei giorni scorsi è stata coinvolta nell’impatto tra il barchino su cui viaggiava e la briccola, è stata sottoposta a un secondo intervento chirurgico ieri mattina e ora si trova in coma farmacologico, in condizioni stabili all'Ospedale all’Angelo di Mestre. I suoi familiari stanno comprensibilmente vivendo momenti di apprensione per la loro amata figlia. Più volte è stata sottolineata la pericolosità dell’alta velocità con cui i barchini si muovono tra i canali e la laguna. Più volte è stato denunciato il fatto che alla loro guida ci siano ragazzi giovani che non conoscono l’importanza di attenersi alle norme del codice della navigazione. Nello scaricabarile di chi sia autorizzato o meno a prendere provvedimenti e a fermare queste corse inutili e pericolose, i ragazzi continuano a correre, rischiando inconsapevolmente, forti del fatto che a vent’anni ci si sente intoccabili e che nulla di male può capitare. A quell’età la vita deve riservare solo luce, bagliori, gioie. Non è così. Purtroppo. L’audacia della gioventù talvolta osa troppo ed è in quel caso che deve intervenire chi ha la consapevolezza che mettere un freno non significa ostacolare, ma proteggere, tutelare. Che siano i genitori, con rimbotti, rimproveri e dinieghi, o che sia l'Autorità competente, con multe, sanzioni o sequestri dei mezzi, mettere un freno all’irruenza è un atto dovuto. Le norme vanno rispettate, non sono state messe su un codice per fare volume, ma per tutelare dai comportamenti che possono provocare un danno per sé e per gli altri. Il motore sovradimensionato sul barchino non lo paga il 18enne, i soldi per modificare la potenza della bici nata a pedalata assistita ma trasformata in scooter non li mette il 16enne. Acconsentire a questo significa acconsentire a correre un rischio in più. Ma dove non arriva il ragazzo, dove non arriva la famiglia, che arrivi l'Autorità e che cominci a reprimere i comportamenti che possono diventare deleteri. Elevare una sanzione, sequestrare un mezzo non serve a fare “cassa” ma a far capire fino a dove ci si può spingere. Non si può stare a guardare i nostri giovani sfrecciare, che sia in moto, in bici, in barca, e non intervenire. Può non succedere nulla, mai, e ci auguriamo tutti che sia così.

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