mercoledì 14 luglio 2021

EX DISCARICA DI CA'ROSSA DOPO ANNI NON ANCORA MESSA IN SICUREZZA

Si torna a parlare dell’ex discarica di Ca’ Rossa. Veritas s.p.a., tempo addietro, aveva richiesto l’autorizzazione paesaggistica, al settore urbanistico deputato, per poter completare la messa in sicurezza della discarica di Ca’ Rossa, nel territorio di Ca’ Bianca. Autorizzazione che è stata concessa. 

Si tratta di un passaggio ulteriore in un iter che sta sviluppandosi da una quindicina d’anni. All’epoca si era al termine della seconda amministrazione Guarnieri e la città di Venezia, oggi Città Metropolitana di Venezia, aveva già dato ordine di chiudere la discarica in base a una Legge Nazionale atta a incentivare il riciclaggio dei prodotti conferiti.

Al tempo la ditta autorizzata a prestare servizi di igiene ambientale era ASP. Gli allora dirigenti avevano pensato bene di trovare la maniera per smaltire i rifiuti, nel modo più ecologico possibile, ottenendo dall’operazione anche un guadagno per il territorio, pensando di poter smaltire anche quelli provenienti da paesi vicini, logicamente dietro compenso. L’idea era di realizzare un impianto di trattamento anaerobico della frazione organica, verde e umido, su modello di uno già realizzato nel centro storico di una città tedesca. Quindi già testato, con comprovate caratteristiche di sicurezza.

Un mercato, quello dello smaltimento dei rifiuti, che ha permesso a molti comuni di risollevare le proprie sorti economiche e che, negli ultimi anni, sta vedendo aumenti delle tariffe necessarie per ottenere il servizio, non indifferente . A riguardo era intervenuto il movimento dei Verdi, capeggiato dall’attuale candidato sindaco Roberto Rossi, del gruppo Energia Civica, che con le sue azioni mise in difficoltà l’amministrazione Guarnieri uscente, che pensò bene di lasciare eventuali decisioni all’Amministrazione che le sarebbe subentrata alle votazioni successive, poi vinte dal centro-destra con sindaco Romano Tiozzo Pagio. Contestualmente ASP venne sostituita da Veritas s.p.a. che non aveva alcun interesse nel realizzare nel territorio clodiense un impianto simile.

Se questo all’epoca fosse stato realizzato, il Comune di Chioggia avrebbe beneficiato di un risparmio da uno a tre milioni di euro annui sul costo di smaltimento dei rifiuti.

Nell’arco di tempo in oggetto il risparmio per l’amministrazione, e di riflesso per i cittadini, sarebbe quindi stato dai 10 ai 30 milioni di euro.

 

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