mercoledì 11 novembre 2020

A UN ANNO DALL'ACQUA ALTA ECCEZIONALE, PRIVATI E IMPRESE DI CHIOGGIA E SOTTOMARINA NON HANNO ANCORA RICEVUTO ALCUN RISTORO

Domani, 12 novembre, sarà trascorso un anno dalla prima, terribile ondata di alta marea eccezionale che per molte ore si era abbattuta nei centri storici di Venezia, Pellestrina e Chioggia. Nel capoluogo l'Acqua Granda aveva raggiunto la cifra record di 187 centimetri sul livello medio del mare, mentre in laguna sud la furia gonfiata dal vento si era "fermata", per modo di dire, a 170 centimetri; nell'isola di Pellestrina si era contata anche una vittima, per via di un corto circuito elettrico.

Da allora alcune circostanze sono cambiate: il litorale più esposto ha visto procedere alcune opere di salvaguardia, specie dopo l'arrivo in visita del presidente del consiglio Giuseppe Conte, ma soprattutto il sistema Mose è entrato in funzione almeno due volte per proteggere i centri abitati, facendo il dovere per cui era stato progettato, nonostante non sia ancora completo né collaudato.

Differente invece è il trattamento ricevuto da coloro, tanti, che hanno subìto danni notevoli dall'imperversare dell'acqua: se per quanto riguarda Venezia l'erogazione dei fondi pubblici dallo Stato e dalla Regione non è mai stata lenta né parsimoniosa, arrivando alla 14^ sessione e ristorando poco meno di tremila fra utenze private e imprese, a Chioggia e Sottomarina i 542 aventi diritto non sono stati ancora risarciti di un centesimo.

L'assessora comunale alla Protezione Civile, Genny Cavazzana, conferma: «I contributi arrivati, una prima tranche di centomila euro e poi altri fondi, sono quelli destinati ai beni pubblici danneggiati, come le scuole e un semaforo. Confido che a breve gli enti sovraordinati libereranno anche i finanziamenti per i privati e le imprese, che al momento non sono stati indennizzati. Il Comune sta cercando di ottenere almeno un acconto dei quasi 5 milioni dovuti».

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