mercoledì 25 settembre 2019

L'ORTOMERCATO DI CHIOGGIA ALLEATO DI PADOVA PER CONQUISTARE I MERCATI ESTERI: ALLARGA GLI ORIZZONTI E PUNTA ALLA "STRADA DEL RADICCHIO" PER I TURISTI

Svolte in vista per il mercato ortofrutticolo di Chioggia. La struttura, sostiene l’amministratore Giuseppe Boscolo Palo alle telecamere di Chioggia Azzurra, allargherà i propri orizzonti uscendo dalla logica della sola ortofrutta: «La firma della convenzione a fine giugno – spiega Boscolo Palo – ha chiuso la stagione delle proroghe e dà finalmente la possibilità di programmare il futuro. Non è un mistero che ci interessa lavorare nell’intero settore agroalimentare, assieme a centri importanti come ad esempio Padova». Diventare “satelliti”, conferma Palo, non farà perdere valore al mercato clodiense: «Anzi, troveremo nuovi sbocchi per valorizzare le produzioni locali, molto ambite dai centri che guardano all’export. E Padova è uno dei primi mercati d’Italia a muoversi in questa direzione».

Non solo: la struttura con sede a Brondolo estenderà i propri orizzonti fino a cercare una fruizione a fini turistici: «Quale cerniera tra il Delta del Po e la laguna di Venezia – continua Giuseppe Palo – il prossimo 8 novembre daremo vita a un workshop che suggerirà l’istituzione di percorsi acquei e ciclabili a supporto di una futura Strada del Radicchio. Allungare la stagione turistica accogliendo gli ospiti a contatto col prodotto e con la sua genesi, esaltare l’aspetto ambientale e paesaggistico dei campi: credo che la “DOP Economy” sia il futuro, e lavoriamo per questo da anni».
Intanto i produttori non possono lamentarsi degli attuali prezzi del radicchio, il core-business del mercato locale: «Sì, finalmente i prezzi ci rendono soddisfatti», argomenta il presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto. «Si parla di un range tra 80 centesimi e un euro per il radicchio di Chioggia IGP, di 1.40 euro per la specialità trevigiana. Stiamo recuperando il fatturato annuo, che era stato tragico fino alla primavera compresa. Rimane ancora inferiore di un quarto rispetto all’anno scorso il peso conferito al mercato, per via delle piogge, ma aumenterà in seguito con previsione di recupero anche sotto questo aspetto».
Molte ancora le cose da fare: «Ragioniamo della ristrutturazione di aree finora abbandonate a se stesse – conclude l’amministratore – e attendiamo di conoscere cosa succederà con la chiusura del mercato di Rosolina. Sicuramente ricollocheremo all’interno del mercato alcuni operatori che ora si muovono all’esterno di esso. Grazie ai soci, alle OP e alle cooperative, oltre alla mano pubblica che ora è in proroga gestionale fino al 2021 dall’applicazione della legge Madia: servirà una deroga».

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