mercoledì 5 settembre 2018

FAMIGLIE MIGRANTI INTEGRATE ALLA "LEPRE" VENGONO SPEDITE A CEGGIA E SAN STINO TRA BOMBE E CARCASSE: FANNO DIETRO FRONT MA IL PREFETTO NON VUOLE

Un caso di accoglienza positiva, che pareva funzionare, viene smantellato dalla Prefettura di Venezia con il trasferimento nel Veneto orientale, e i pochi migranti -tutti nuclei familiari- che da tempo alloggiavano all'hotel La Lepre fanno ritorno a Sottomarina, in quella che considerano ormai casa. Succede negli ultimi giorni: l'Ufficio Territoriale di Governo sposta i richiedenti asilo -francofoni, anglofoni, anche eritrei fuggiti dalla guerra- nei centri di accoglienza straordinaria di Ceggia e San Stino di Livenza. Ma mentre alla Lepre erano riusciti a integrarsi, date le dimensioni modeste dell'alloggio e della comunità, nei nuovi CAS la situazione è ben diversa: la raccontano a Chioggia Azzurra grazie a Matteo, il disponibilissimo mediatore culturale e interprete che li accudisce.
Vale dire che finora non si sono registrati problemi di sorta con la popolazione o coi gerenti della struttura, ci sono addirittura bambini piccoli nati qua e un altro deve nascere: «A Chioggia abbiamo trovato come una famiglia, una città dove integrarsi – dicono – mentre là c'è disagio, le cure mediche posticipate per chi è allergico senza poter seguire un iter sanitario predisposto qui, l'ospedale lontano. I buoni d'acquisto vanno spesi in un supermercato molto costoso e bisogna farci stare tutto dentro, ci sono luoghi con un solo bagno per 7 persone di entrambi i sessi e nessuna risposta ai problemi. A Ceggia siamo in una prigione, ci dicono di uscire da soli e contingentati per non spaventare la gente», dice una signora eritrea. «Non vedo più la speranza, mi trovo completamente da sola con la mia bambina».
Nella nuova struttura appena aperta, peraltro, è stata riscontrata la presenza di una bomba a mano, una granata, e pure carcasse di animali: tutte circostanze denunciate ai carabinieri dalle ospiti. La scorsa notte le famiglie sono state comunque ospitate a Chioggia per non finire in mezzo a una strada, e la Lepre ha offerto la cena. Quanto agli sviluppi, i benefìci dell'accoglienza non saranno revocati: pare che il prefetto sia irremovibile nel voler spostare queste persone a Ceggia e San Stino, ma non vi è niente di scontato. Mentre è in vigore il sistema attuale dei CAS, la Prefettura tuttavia tratta direttamente coi privati l'accoglienza, e non si trova nelle condizioni di evitare sovraffollamenti o altre mancanze se non d'imperio, a cose fatte. A breve il Comune di Chioggia attraverso il bando della Città Metropolitana darà vita allo SPRAR, impegnandosi direttamente con piccole comunità di rifugiati, dal momento che i grossi numeri -come si è visto a Cona- portano al fallimento dell'esperienza.

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