Fine estate, e il Porto di Chioggia langue ancora. In banchina sono attraccate pochissime navi negli ultimi trenta giorni, a differenza dei lontani mesi d'agosto quando le fabbriche dovevano liberare le commesse, per rifiatare a settembre: oggi il tondino di ferro ha preso altre rotte, altre nazioni si sono attrezzate e per i traffici più grossi resiste lo scalo veneziano. Le navi commerciali che nel 2018 hanno attraversato Chioggia hanno recapitato e caricato soprattutto cemento, in attesa di traffici nuovi: certo è che se la crisi dei porti è generale, a Chioggia è più accentuata. Non basterà, chiaramente, l'inaugurazione della grande gru di Bedeschi in Val da Rio, programmata per la mattina del 6 settembre alla presenza del presidente della Regione Veneto Luca Zaia: tra le opere ritenute necessarie c'è l'escavo dei canali, di modo da aumentare la portata dei volumi di traffico, oltre che lo sviluppo della crocieristica.
Sullo sfondo dell'eterna polemica tra l'Autorità di Sistema Portuale dell'Alto Adriatico con l'Azienda Speciale per il Porto di Chioggia, dai più data in via di dismissione, si innestano le parole del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, che ieri ha ipotizzato in 40mila tonnellate il peso massimo delle navi da crociera destinate alla Stazione Marittima di Venezia e a quella clodiense, già pronta e praticamente mai usata. In questo la posizione del Movimento 5 Stelle è stata ribadita più volte, come favorevole all'ingresso in laguna di navi di dimensioni contenute. Dal canto suo, il presidente dell'Autorità Portuale Pino Musolino postula l'escavo dei canali e non l'adeguamento di quelli esistenti.
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