venerdì 14 gennaio 2022

NADIA VIANELLO e BARBARA VOLTOLINA: NESSUN SUICIDIO SOLO UN GRANDE DRAMMA

Quello che è successo ormai è di dominio pubblico, ieri sera sono state trovate senza vita nella loro abitazione due donne, rispettivamente madre e figlia. Le conoscevamo, in particolare la madre, la signora Nadia sempre molto gentile e rispettosa. Qualcuno sta facendo girare la voce che potrebbe trattarsi di un suicidio non crediamo per niente a questa ipotesi. Le due donne vivevano in una condizione di estremo disagio praticamente zero rapporti né con familiari né con nessun altro. Gentili, buonissime ma hanno sempre rifiutato qualsiasi aiuto, la signora Nadia ha un fratello che vive nel Regno Unito da moltissimi anni non ha mai voluto partecipare a qualche incontro, una pizza, un pranzo per salutarlo quando tornava a Chioggia. Quando sono state portate via, ci hanno riferito, pesano pochissimo anche la sorella deceduta tempo fa quando la incontravamo era magra da far paura. La dinamica, l’ipotesi di dinamica, è sicuramente quella descritta negli articoli di Daniele Zennaro della Nuova e di Diego Degan del Gazzettino: la madre era allettata e non era più in grado di muoversi e la figlia o per una caduta o per un malore è mancata e non ha più potuto assistere la madre che è morta di stenti. Una conferma ci viene anche da chi ha visto i corpi, la madre presentava delle piaghe da decubito “impressionanti”. Alleghiamo il comunicato dell’assessore ai servizi sociali Sandro Marangon. Il disagio sociale della famiglia in questione è stato più volte sottoposto all’attenzione dei Servizi Sociali a partire dal 2017, anche grazie a segnalazioni anonime. «Le segnalazioni di questo tipo comportano l’avvio di indagini sociali, per verificare la reale condizione del nucleo/persona segnalata, sia tramite il medico di medicina generale, che tramite contatti diretti con il nucleo, al fine di eventualmente avviare un percorso di aiuto e sostegno anche educativo se necessario» spiega l'assessore alle Politiche Sociali e Sussidiarietà Sandro Marangon. «Purtroppo il nucleo in questione, più volte contattato ed invitato a rivolgersi al Servizio, non ha mai voluto accettare alcuna interferenza nella vita familiare e ha rifiutato ogni contatto con l’esterno. Gli approfondimenti sono in corso, c'è da dire che sono addolorato, come tutte le persone che hanno saputo di questa tragedia».
Gli uffici riferiscono che solamente a ridosso del Natale scorso il nucleo si è rivolto al medico di medicina generale per problemi di salute di una delle due persone. Il medico, recatosi in visita domiciliare, ha avviato la procedura necessaria a garantire al nucleo assistenza infermieristica a domicilio. Purtroppo, però, anche in tal caso il nucleo non si è poi dimostrato propenso ad ottenere aiuto. Il numero dei nuclei familiari in carico ai Servizi sociali per motivi di disagio sociale non hanno subito incrementi considerevoli negli ultimi due anni tali da poter far pensare ad un collegamento con il problema pandemico. Al contrario, sono aumentate le famiglie in condizioni di disagio economico che hanno chiesto aiuto ai servizi a causa delle minori entrate avute nel corso del periodo. «Come assessore vorrei lanciare un appello, ovvero di segnalare sempre alle istituzioni – anche in forma anonima – situazioni di famiglie o di persone in difficoltà di cui siamo a conoscenza: i Servizi sociali possono dare un aiuto o consigliare un percorso. Nei mesi scorsi ho avuto degli incontri anche con i parroci che operano in città e nelle frazioni, affinché sia sempre attiva una rete di confronto ed assistenza nel territorio».

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