giovedì 28 luglio 2016
I PONTI DI CHIOGGIA NON STANNO BENE. CHE FINE HANNO FATTO I SOLDI PER RISTRUTTURARLI?
Li attraversiamo tutti i giorni, da sempre. Ci aiutano ad attraversare da una parte all'altra delle tre grandi insule nel centro storico, li diamo per scontati fin dai tempi dei dogi: ma stiamo attenti a cosa ci dicono i ponti, di se stessi? Privi di cemento o intonaco, coi mattoni involontariamente faccia a vista, le giunture arrugginite messe a nudo, alcuni scalini pericolanti, il marmo bianco consunto, le pareti sbrecciate, per tacere delle immancabili scritte ormai indelebili o quasi: i ponti di Chioggia non stanno bene, anche se i turisti continuano a fotografarli e a ritrarsi nei selfie sui canali.
Eppure, durante i lavori per il provvidenziale Baby Mose (le cui paratie hanno salvato più volte la città dalle acque alte), assieme alle fognature e al rinnovo dei tubi dell'acquedotto era previsto che pure i ponti del canal Vena -segnatamente Caneva, S.Andrea, Filippini e Zitelle- sarebbero stati ristrutturati attraverso un accordo di programma non ancora formalizzato, con appositi capitoli di spesa, che avrebbe coinvolto anche la sistemazione dell'ultimo tratto di corso del Popolo.
Che fine hanno fatto quei soldi? Magari la nuova amministrazione, nella sua revisione del bilancio e delle risorse in atto, potrebbe dare una risposta, proprio perché non responsabile di questo eventuale ritardo. O così suggeriamo ai consiglieri di interrogare, in collaborazione con gli uffici competenti, per far conoscere l'effettiva presenza o meno di questi stanziamenti dedicati.
Non solo le storiche e serenissime arterie sul Vena hanno bisogno di cure, ma anche il ponte di San Domenico (il più recente in ordine di tempo, pietrificato sotto la prima amministrazione repubblicana della città nell'immediato dopoguerra, sindaco Antonio Felice Ravagnan), senza contare il caso del lungo ponte ligneo parallelo a quello intitolato ai padri Cavanis, eretto quando la strada principale necessitava di restyling, e ora in rovina, oppure il Baden Powell che accorcia il Lusenzo a Borgo San Giovanni, sul quale più volte ci siamo soffermati.
In questo panorama, per fortuna una bella notizia: se il ponte della Cuccagna più volte ha rischiato di far cadere chi lo ha affrontato in giornate di gelo, ai suoi piedi -proprio ieri mattina- la torre di Porta Garibaldi è stata finalmente ripulita dalle erbacce. Ma lo sfregio della Sovrintendenza veneziana, che circa quindici anni fa decise insensatamente di toglierne la copertura, resta intatto come monito a fare le cose per bene. Così per i nostri ponti, ai quali tutti dobbiamo cercare di volere più bene, amministrazione pubblica in primis.
8 commenti:
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Chiedi al tuo adorato Casson dove sono finiti i soldini
RispondiEliminaNon sono finiti in nessuna misteriosa tasca visto che i conti dell'amministrazione casson sono tutti a posto!!!
RispondiEliminaBel servizio, ma solo adesso qualcuno si accorge dello stato in cui versano codesti ponti ??
RispondiEliminaE solo adesso si pongono domande su dove siano andati a finire i fondi previsto per il loro restauro.
Eppure quando si chiedeva alla passata Amministrazione di intervenire sulle buche delle strade al limite dell’impraticabilità, da questo blog si rispondeva che non c’erano fondi e che mezza Italia era messa nelle stessa situazione (salvo intervenire con interventi tampone alla vigilia delle elezioni). (boscolo)
i ponti e le strade de marina? Le cali de Ciosa che va a finire in Piassa da completare sia fognature che pavimentasion.
RispondiEliminaEl Teatro Astra?
Savemo demestega'?
Leggo che i grillini ieri hanno detto ufficialmente che hanno trovato i conti del comune tutti a posto e che la passata amministrazione ha lasciato una situazione finanziaria in ordine. Credo che questo non sia poca cosa specie in un momento difficilissimo dal punto di vista economico come quello vissuto anche dal nostro comune che per due volte, per mano del sindaco Casson, ha addirittura sventato il fallimento del comune stesso, tanto la situazione, in fatto di bilancio, era tragica. Chissà che le cose possano poco per volta migliorare e che sia concesso ai comuni di prendere un poco di respiro dopo la stretta mortale cui sono stati sottoposti.
RispondiEliminaRicordeve de mettere anche el ponte de legno del lusenzo, o aspette che qualchedun prima o dopo se fassa male
RispondiEliminaMamma mia!!!!non si potrebbe evitare di pubblicare commenti scritti totalmente in dialetto???certo per chi legge non capendo il dialetto sembra di tornare indietro all altro secolo!!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
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