Torna a far parlare di sé l'Ultima Spiaggia, lo stabilimento balneare di Isolaverde entrato nelle cronache per via della vicenda giudiziale che lo ha legato al suo essere nella disposizione di una società in accomandita retta anche dal sindaco Alessandro Ferro. Una determina del 22 maggio ha stabilito di assegnare di nuovo alla parrocchia San Giovanni Battista ed Evangelista di Ca' Lino lo spazio adiacente a quello tutt'ora operativo sotto l'insegna Ultima Spiaggia, ovvero l'ambito 62: si tratta di una superficie in area demaniale marittima turistica, quasi interamente scoperta per 3572 mq, data alla parrocchia allo scopo di adibirla a colonia marina. La concessione ha validità un anno a partire dal 1° del corrente mese, è prorogabile per un'ulteriore annata, ed è stata firmata dal dirigente ai Lavori Pubblici Stefano Penzo lo scorso 30 maggio.
Il canone erariale richiesto alla parrocchia diretta da don Adriano Busatto è assai agevole, ammontando a 458 euro per dodici mesi, ed è una delle circostanze che fanno sbottare Giorgio Bellemo, presidente di Ascot -l'associazione che raccoglie i concessionari balneari del litorale clodiense- il quale annuncia un ricorso amministrativo, di cui è già stato incaricato un legale. «La precedente concessione – nota Bellemo – era stata revocata in quanto l'area veniva usata come spiaggia nonostante fosse intestata a colonia, ora una nuova richiesta è stata accolta, mascherata sempre con il “terzo settore”. Ma per fare ciò serve un bando pubblico, a cui possano partecipare anche altri concorrenti che abbiano i requisiti.
Facciamo ricorso per principio! O il Comune la gestisce direttamente, o va messa a bando. Non è possibile che se la parrocchia la vuole la possa riottenere in questo modo». Tra gli obblighi del neoconcessionario, lo sgombero alla scadenza -il 31 maggio 2019- da tutti i manufatti impiantati e la riconsegna in pristino al Comune, salvo eventuale rinnovo a seguito della presentazione di una nuova domanda: anche in questo caso, perché dovrebbe vigere una sorta di prelazione? Inoltre, il concessionario non potrà eccedere o variare i limiti assegnati, né erigere opere non consentite, né destinare ad altro uso (ad esempio, appunto, l'impresa balneare) ciò che forma oggetto della concessione, né indurre alcuna servitù nelle aree attigue. La parrocchia è altresì obbligata a consentire il transito gratuito verso la battigia e il mare antistante l'area concessa, anche al fine di balneazione.
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