Damigiane, un motore marino, addirittura una dozzina di biciclette esposte come installazioni contorte, una volta asciugate dall'acqua. E ancora una pompa a motore, tubi, ombrelli, attrezzi da pesca, copertoni, le immancabili bottiglie e lattine. Quindi elettrodomestici ormai corrosi, la ringhiera di una scala, un passeggino, un compressore, un registratore di cassa.
Poi una grondaia, una finestra, vasi da fiori, batterie per auto, la sorpresa di una borsa con all'interno carte di credito straniere. Almeno 4 quintali -ma c'è chi parla di una tonnellata- gli articoli raccolti ieri pomeriggio dai sommozzatori che si sono dati da fare all'interno del canal Vena a Chioggia.
L'iniziativa -nata dal comitato tra gli esercenti della Riva, guidati da Diego Ardizzon dell'osteria Nino Fisolo- ha coinvolto i subacquei del circolo clodiense, del Diving Center Isamar e della Guardia di Finanza, oltre alle associazioni Amico Giardiniere e Progetto Laguna Pulita con a bordo anche il vicesindaco e assessore all'ambiente Marco Veronese, fino all'oratorio salesiano Don Bosco e ai tanti spettatori, stanziali o turisti, che con senso civico si sono complimentati con i sub oltre che invogliati a partecipare alle prossime missioni.
Dalle ore 14 al tramonto, da piazza Vigo al ponte della Cuccagna, il canale è stato setacciato nella sua torbida opacità, riportando alla luce tutti gli oggetti che nel tempo i suoi incivili frequentatori vi hanno gettato: era successo già a Venezia, dove si sono prestati anche i gondolieri, e ad Amsterdam, dove il dragaggio di un canale storico ha fatto rinvenire anche monete antiche e pezzi d'archeologia.
Ciononostante, nel parallelo canal Lombardo ieri mattina dalle 10 e fino al pomeriggio inoltrato una chiazza di gasolio nautico ha continuato a fluire presumibilmente da un peschereccio, come spesso purtroppo succede per incuria: la strada per voler bene ai tre canali che connotano in maniera peculiare il centro storico di Chioggia è ancora lunga da percorrere.
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