sabato 8 ottobre 2022

LA GIORNATA DELLA LEGALITÀ E DELLA LOTTA ALLA MAFIA

Questa mattina si è tenuta la giornata della legalità e della lotta alla mafia, organizzata dall'associazione Nazionale Bersaglieri sezione di Venezia.

Dopo le cerimonie di rito svoltesi in piazza che hanno visto gli uomini d’arma sull’attenti all’alzabandiera e alla posa della corona di alloro al monumento ai caduti si è aperto sul tema un convegno all’Auditorium San Nicolò.
Un convegno importante per il tema, attuale, la mafia, importante per i convenuti, divise di ogni corpo tra le più alte cariche del territorio e importante per gli ospiti, non solo i due testimoni che hanno portato la loro tragica esperienza raccontandola commossi a una platea ma anche gli studenti accompagnati dagli insegnanti. Presenti a portare la loro testimonianza il fratello del Capitano Emanuele Basile, Generale Cosimo Basile e il Maggiore Marco D’Aleo, nipote del Capitano Mario D’Aleo entrambi Medaglia d’oro al valor civile alla memoria, entrambi appartenenti al Corpo dei Carabinieri, entrambi morti per mano della mafia.
Il compito che si prefigge l’associazione è rivolgersi agli studenti per cercare di far capire che il problema mafia non è un problema del passato. La mafia è sempre stata chiamata la piovra perchè ovunque ha i suoi tentacoli e ovunque agisce.
I regolamenti di conti tra clan rivali echeggiano ancora sulla stampa ma non è detto che gli uomini della mafia girino ancora con la lupara, è più facile che si muovano in giacca e cravatta e si infiltrano dove c’è un problema che qualcuno non riesce a risolvere stando nella legalità, dando una credibile ancora di salvezza che poi si trasforma in un cappio al collo.
La platea delle classi oggi non sembrava molto coinvolta nel tema e chi ha organizzato il tutto, il presidente dell’Associazione è voluto intervenire sul palco, quasi trattenuto.

Si è definito al pari come un carro armato e come un carro armato ha voluto sottolineare il suo disappunto nei confronti dei ragazzi che non si sono resi conto dell’enormità dei fatti che sono stati raccontati, dell’enormità che è tuttora la mafia e chiesto loro scusa per non essere riusciti ad interessarli, promettendo che la prossima volta l’associazione farà di più.

Ha poi voluto raccontare un aneddoto per far capire cosa significa essere sotto l’occhio della mafia. Citando Borsellino, morto con Falcone portando avanti le loro indagini su cosa nostra ”Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.“
La mafia vive nel silenzio e si diffonde nel silenzio, tenendo un profilo basso ma insinuandosi nella vita di chi è troppo debole, chiedendo poi il conto.

L’associazione continuerà a parlarne davanti a tutte le platee che vorranno ascoltare e fare tesoro delle esperienze che hanno sconvolto la vita dei familiari di tanti uomini delle forze dell’ordine.




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