martedì 3 dicembre 2019

DEPOSITO DI GPL, IPOTESI PIPELINE PER LO SCARICO DEL GAS ALL'ESTERNO DEL PORTO: L'INGEGNER ACHILLE CESTER, «NE PARLERÒ A SOCOGAS, MA SERVE DIALOGO»

Una pipeline per lo scarico del gpl dal deposito di Val da Rio fino all'esterno del porto. La ipotizza, quale soluzione all'impasse corrente, l'ingegnere Achille Cester: 59 anni, di chiare origini chioggiotte, l'imprenditore lombardo sta trascorrendo alcuni giorni in città e ha spiegato i termini della questione in un dialogo con Chioggia Azzurra. Cester si è formato come primo collaboratore dell'ingegner Giuseppe Natta, figlio di Giulio premio Nobel per la Chimica nel settore della tutela dell'ambiente; esperto in radioprotezione nucleare, ha amministrato il Comune di Voghera in qualità di assessore e da vent'anni opera nel settore della sicurezza ambientale con un curriculum di tutto rispetto.

Achille Cester non nega di essere amico personale di Renzo Zucchi, il 94enne fondatore di Socogas: «È un "self made man" che ha creato dal niente l'idea del gpl in Italia - racconta l'ingegnere - là dove una volta era un rifiuto della raffineria, Zucchi l'ha trasformato in fonte di energia. L'impresa di Fidenza aveva il sogno di non importare più il gas dalla Francia attraverso cavi e gallerie, bensì realizzare un deposito costiero dove potessero attraccare le navi e scaricare un combustibile liquido molto meno inquinante del gasolio, dal momento che essendo gassoso non c'è il rischio di sversamento per i pescherecci in laguna e in mare, qualora passassero appunto all'alimentazione a gpl».
L'ingegner Cester si definisce esponente di una "maggioranza silenziosa": «Spezzo una lancia in favore del mio amico Zucchi - continua - ma doveva farsi conoscere meglio dai cittadini chioggiotti, che avrebbero potuto apprezzare una vita spesa per il lavoro. Socogas non avrebbe mai fatto un impianto pericoloso in città, ma se il problema per la laguna è l'attracco delle navi alla banchina, tecnicamente ci sono mille soluzioni per farvi fronte. Solo che dall'altra parte dev'esserci un dialogo, con offerta di alternative».
Tra queste soluzioni, per la prima volta viene pubblicamente citata la pipeline, ovvero un gasdotto costituito da tubi in acciaio dove il gpl verrebbe compresso sotto l'acqua: «Se il canal Lombardo esterno è troppo stretto per le gasiere - nota Cester - qualora non fossero sufficienti le bettoline da 3mila tonnellate l'ipotesi pipeline può essere studiata. In quarant'anni di esperienza nei cantieri in giro per il mondo ho visto tante soluzioni con scarico del combustibile all'esterno del porto».
L'ingegnere azzera i rischi legati all'operazione: «Il deposito non è pericoloso se è in ambiente confinato, e lo stesso se si andasse là con la fiamma ossidrica non prenderebbe fuoco perché manca l'ossigeno, quindi nessuna miscela esplosiva. L'iniziativa imprenditoriale di Zucchi porta l'energia a costare meno, mentre altrove si protesta per aumenti del prezzo. L'energia è un bene prezioso, anche i pescherecci possono passare da deposito a gpl con vantaggio», prosegue Cester.
Insomma, l'uomo di studi e d'impresa che ama la sua terra di origine si dice certo che le soluzioni tecniche si trovano, anche per rispondere «alla posizione strumentalmente "pelosa" di chi trancia giudizi senza aver mai visto un bullone e spaventa la popolazione», oltre che (soprattutto) ai dubbi avanzati da più parti: non ultimo il comandante della Capitaneria di Porto, capitano di fregata Michele Messina. «Parlerò personalmente della cosa al mio amico Renzo Zucchi - conclude Achille Cester - ma a Chioggia ci vuole un interlocutore».

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