giovedì 3 marzo 2011

Cronache regionali:Conclusa la maratona per l'approvazione del bilancio

Cronache regionali:Conclusa la maratona del consiglio regionale per l’approvazione della legge finanziaria e il bilancio di previsione 2011.
Dopo due giorni e una notte di dibattito senza interruzioni,con la presenza continua di 34/35 consiglieri di maggioranza ( che sia per questo che ha iniziato a nevicare?) e la presenza costante del partito democratico mentre si registrava l’assenza di alcuni partiti di minoranza,il consiglio regionale del Veneto ha approvato il bilancio di previsione.
Si è cercato di fare il miglior bilancio possibile nei limiti delle risorse disponibili con la massima attenzione a tutti gli aspetti del sociale e nel settore dei trasporti con la prospettiva di possibili miglioramenti nel corso dell’esercizio.
Protagonisti di un nuovo importante articolo di tutela del turismo i consiglieri regionali Bond,Carlo Alberto Tesserin e Moreno Teso.
E’ stato infatti creato un fondo di rotazione a disposizione degli albergatori e delle altre strutture ricettive erogabili a tasso zero per venti anni,con un percorso accelerato per ridurre i tempi burocratici per le licenze edilizie i cui tempi ( si spera) verranno ulteriormente contenuti attraverso lo sportello unico.
Le dimensioni complessive del bilancio regionale 2011 superano i 12 miliardi di euro.



mercoledì 2 marzo 2011

RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO

Prof Giacinto Pesce





Riceviamo l 'intervento il professore Giacinto Pesce su un tema che purtroppo sembra trovarci quasi abituati invece è una drammatica realtà che non finisce di colpirci,vale la pena continuare questo sforzo?? Alla fine di questa missione i costi in termini di vite umane,non solo dei nostri soldati, avranno portato dei frutti?? Ringraziamo il professore per ricordare a tutti noi questa situazione che sembra apparentemente lontana ma che tocca anche il Veneto molto da vicino.


Non capisco come si possa ancora definire missione di pace quella che ha assunto i connotati di una vera e propria guerra.
Un altro soldato italiano, l’alpino Massimo Ranzani, è stato ucciso per l’esplosione di un ordigno e l’Afganistan fa ancora una vittima.
Con il caduto di oggi sono 37 i militari italiani morti sinora in Afganistan e io continuo a domandarmi che ci stiamo a fare lì.
L’Italia è nuovamente in lutto e la notizia che qualche anno fa sarebbe stata data nei primi titoli dei quotidiani e dei telegiornali, appare ora appena accennata e tristemente familiare.
La guerra ha inizio il 7 ottobre 2001, con l’invasione da parte degli afgani del territorio controllato dai talebani. Mentre in una prima fase USA e NATO forniscono supporto tattico, aereo e logistico, in una seconda fase le truppe occidentali statunitensi e britannici aumentano la loro presenza anche a livello territoriale.
Come è la situazione a dieci anni dalla invasione, che anche Obama ha giudicato necessaria, triplicando il numero dei soldati americani?
Questo è quello che sappiamo. Gli Stati Uniti invadono l’ Afganistan per distruggere la rete terroristica di al-Qaeda e abbattere il regime talebano. Gli uomini di Bin Laden e i Talebani si rifugiano in Pakistan, ma anziché andarli a prendere oltre confine, l’ America decide di rimanere a Kabul e di impegnarsi a costruire una nazione democratica capace di prevenire il ritorno del terrorismo. Ma siamo sicuri che questa Gente voglia il nostro modello di democrazia? Amici che hanno origini in quelle terre mi assicurano che non è questo che vogliono. L’idea di tribù non collima con il concetto di democrazia.
Alcune tribù si schierano con gli Americani, le tribù sunnite, altre si mantengono neutrali, rifiutandosi di scaricare i talebani. Il governo centrale di Hamid Karzai non sembra avere intenzione di costruire la democrazia. La guerra si dovrebbe decidere tra le forze afgane e i talebani. L’esercito afgano, però, è impreparato e manca di motivazioni rispetto ai talebani. Le forze internazionali quindi non possono ritirarsi.
Sta di fatto che a dieci anni dall’ invasione Bin Laden non è stato catturato.
Ma qual’ è il ruolo dell’ Italia? Che ci stiamo a fare? Ancora quanti morti vale l’ Afganistan?
Il costo della guerra in Afganistan nel 2010, per il contribuente italiano è stato di 600 milioni di euro. Questa la cifra per coprire le spese (stipendio ed equipaggiamento) per 3.300 soldati italiani presenti in Afganistan, 750 mezzi terrestri tra carri armati, blindati, camion e ruspe, 30 velivoli di cui 4 caccia-bombardieri, 8 elicotteri da attacco, 4 da sostegno al combattimento, 10 da trasporto truppe e 4 droni.
Più 2 milioni di euro a favore dell’esercito afgano, più 2 milioni di contributo alla polizia afgana, più 367 mila euro per il personale della Croce Rossa Italiana in Afganistan.

Il ruolo italiano è stato chiaro solo per pochi mesi nel 2002. Poi con l'inserimento della Nato e con l'allargamento della giurisdizione Nato a tutto l'Afghanistan è diventato più definito in termini tattici e più confuso in termini strategici e politici.
Il ruolo è importante anche perché almeno si potrebbe sapere per quale causa sono morti i nostri soldati. Temo che la risposta non ci sia.
Allora è possibile un ritiro italiano?
A ogni disgrazia si sente parlare di exit strategy. Oggi in Afghanistan non esiste più alcuna grande strategia, per cui chi parla di exit strategy in pratica vorrebbe che i soldati scappassero dal teatro. Questa sembra una cosa che non possa avvenire, che nessun militare voglia e che serva solo ad inasprire il dibattito. Parliamo di strategia per uscire e a molti come me non è chiara la strategia che ci vede ancora lì'.

Giacinto Pesce


lunedì 28 febbraio 2011

VIDEO INCHIESTA su LAVORI di salvaguardia e MERCATO del GIOVEDI' e CHAT ( domani ore 21)sul tema



Come è noto i lavori di salvaguardia per la difesa delle alte maree prevedono oltre al noto MOSE, oltre alle paratoie del piccolo Mose su Canal Vena che hanno decisamente mostrato la loro efficacia sia nel difendere il centro storico dalle alte maree sia nel far scomparire i comitati NO-MOSE ( che furbescamente si sono ribattezzati NO-NUCLEARE) prevedono il rialzamento delle rive ( finite fondamenta Canal Lombardo e Canale San Domenico) e il rialzamento del CORSO del POPOLO.

I lavori di rialzamento del corso del popolo,sembra che non siano ancora in calendario ma comunque prima o poi dovranno essere fatti,sempre che non caschino durante le campagne elettorali perché altrimenti avremmo subito qualche partito pronto a promettere che verranno fermati ( ogni riferimento agli amici della Lega è del tutto VOLUTO) quindi perché non pensare SERIAMENTE ad affrontare il problema in anticipo??

All'isola dell'Unione è previsto un parcheggio che potrebbe essere predisposto per accogliere sia grandi eventi turistici,il concerto piuttosto che la manifestazione dei volontari della croce rossa, sia mercati e mercatini estivi serali collocati sicuramente in posizione centrale tra Chioggia e sottomarina.

Perché non pensare razionalmente confrontandosi con le categorie,con la gente comune,con addetti ai lavori su quali soluzioni potrebbero essere migliori per trovare la soluzione più razionale per l'intera comunità?

Sulla scorta di questi punti noi di CHIOGGIA AZZURRA abbiamo raccolto le impressioni della gente comune e di alcuni degli operatori economici a breve pubblicheremo su questo post la videoinchiesta, domani martedì 1 marzo dalle 21 in poi faremo una prova di forum on line.

E' necessario registrarsi su gmail, potete aprire un profilo anche anonimo se volete,non c'è alcun problema,ci raccomandiamo:
a) Il tema di domani è sul mercato del giovedì se vale la pena di valutare il suo temporaneo spostamento all'isola dell'Unione:vantaggi e svantaggi
b) Accettiamo gli interventi anche di anonimi,attenzione che chi pensa di venire per offendere è del tutto rintracciabile quindi preghiamo di fare un utilizzo accorto di questa opportunità.

Ringraziamo fin d'ora della collaborazione di tutti