lunedì 26 novembre 2012

LA COOP SEI TU....

LETTERA DI ALCUNI LAVORATRICI COOP ALLA LITIZZETTO
Cara Luciana, lo sai cosa si nasconde dietro il sorriso di una cassiera che ti chiede di quante buste hai bisogno? Una busta paga che non arriva a 700 euro mensili dopo aver lavorato sei giorni su sette comprese tutte le domeniche del mese. Le nostre famiglie fanno una grande fatica a tirare avanti e in questi tempi di crisi noi ci siamo abituate ad accontentarci anche di questi pochi soldi che portiamo a casa. Abbiamo un'alternativa secondo te? Nei tuoi spot spiritosi descrivi la Coop come un mondo accattivante e un ambiente simpatico dove noi, quelle che la mandano avanti, non ci siamo mai. Sembra tutto così attrattivo e sereno che parlarti della nostra sofferenza quotidiana rischia di sporcare quella bella fotografia che tu racconti tutti i giorni. Ma in questa storia noi ci siamo, eccome se ci siamo, e non siamo contente. Si guadagna poco e si lavora tanto. Ma non finisce qui. Noi donne siamo la grande maggioranza di chi lavora in Coop, siamo circa l'80%. Prova a chiedere quante sono le dirigenti donna dell'azienda e capirai qual è la nostra condizione. A comandare sono tutti uomini e non vige certo lo spirito cooperativo. Ti facciamo un esempio: per andare in bagno bisogna chiedere il permesso e siccome il personale è sempre poco possiamo anche aspettare ore prima di poter andare. Il lavoro precario è una condizione molto diffusa alla Coop e può capitare di essere mandate a casa anche dopo 10 anni di attività più o meno ininterrotta. Viviamo in condizioni di quotidiana ricattabilità, sempre con la paura di perdere il posto e perciò sempre in condizioni di dover accettare tutte le decisioni che continuamente vengono prese sulla nostra pelle. Prendi il caso dei turni: te li possono cambiare anche all'ultimo momento con una semplice telefonata e tu devi inghiottire. E chi se ne frega se la famiglia va a rotoli, gli affetti passano all'ultimo posto e i figli non riesci più a gestirli. Denunciare, protestare o anche solo discutere decisioni che ti riguardano non è affatto facile nel nostro ambiente. Ci è capitato di essere costrette a subire in silenzio finanche le molestie da parte dei capi dell'altro sesso per salvare il posto o non veder peggiorare la nostra situazione. Tutte queste cose tu probabilmente non le sai, come non le sanno le migliaia di clienti dei negozi Coop in tutta Italia. Non te le hanno fatte vedere né te le hanno raccontate. Ed anche a noi ci impediscono di parlarne con il ricatto che se colpiamo l'immagine della Coop rompiamo il rapporto di fiducia che ci lega per contratto e possiamo essere licenziate. Ma noi non vogliamo colpire il marchio e l'immagine della Coop, vogliamo solo uscire dall'invisibilità e ricordare a te e a tutti che ci siamo anche noi. Noi siamo la Coop, e questo non è uno spot. Siamo donne lavoratrici e madri che facciamo la Coop tutti i giorni. Siamo sorridenti alla cassa ma anche terribilmente incazzate. Abbiamo paura ma sappiamo che mettendoci insieme possiamo essere più forti e per questo ci siamo organizzate. La Coop è il nostro posto di lavoro, non può essere la nostra prigione. Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone. Cara Luciana ci auguriamo che queste parole ti raggiungano e ti facciano pensare. Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in difesa delle donne e per la dignità del lavoro. Con simpatia, un gruppo di lavoratrici Coop, " NOI LAVORIAMO PER VOI" questa l'incredibile risposta dell'autista che TUTTE le mattine ENTRAVA ( DOPO IL NS VIDEO PARE ABBIA SMESSO) nel corso del popolo ROMPENDO i masegni del corso. " IL POPOLO CI AMA" mi diceva UN dipendente della coop l'altra sera entrando per fare un piccolo acquisto ( IO vado all'INS a fare la spesa)...insomma questa COOP grandi manifesti sugli acquisti etici, grandoi slogan " La coop sei tu" e alla fine sono peggio dei peggiori sfruttatori..." Paghe da fame" è il messaggio che lanciano queste lavoratrici, ce lo dicono anche quelle che lavorano qui a Chioggia, ovviamente fuori microfono, possiamo comprendere. Vogliamo sperare che questi episodi facciano CAPIRE ai chioggiotti che la vera FACCIA della COOP vuol dire: EGOISMO e DISOCCUPAZIONE...questo è quello che succede dove apre la COOP, vedi a Pellestrina dove hanno perso il lavoro almeno 30 PERSONE per i 10 negozietti che hanno chiuso dopo l'apertura di un punto COOP...e i prezzi? Mah, noi vediamo tanti amici di Pellestrina all'INS della Tombola, è chiaro il messaggio. Dio non voglia che questi riescano ad aprire il centro a Brondolo.....sarà fame per tutti, tranne, ovviamente, che per loro...ma la COOP SEI TU??? Andrea Comparato

sabato 24 novembre 2012

Una GRANDE manifestazione e dei GRANDISSIMI studenti

Una GRANDE manifestazione e dei GRANDI, grandissimi studenti, questo hanno dimostrato i nostri ragazzi di Chioggia protagonisti di una riuscitissima manifestazione CIVILE di protesta contro i tagli della scuola, nulla a che vedere con altre situazioni di cui non volgiamo neppure confrontarci. Partiti tutti insieme da borgo San Giovanni via via ingrossandosi con il congiungimento degli studenti con i vari istituti:Liceo Veronese, ragioneria, Itis sono arrivati alla porta Garibaldi in massa, una mole di ragazzi da una parte contenti di dimostrare di ESSERCI, di non essere solo soggetti passivi, ma al tempo stesso preoccupati, molto preoccupati del loro futuro: “ IL FUTURO SIAMO NOI” uno degli slogan e ancora l’inno di Mameli…hanno ragione il futuro sono LORO, come non preoccuparsi di una situazione economica che vede tagliare le risorse anche a chi deve prepararsi ad entrare nel mondo del lavoro quando il lavoro ce n’è sempre meno? Dopo la concentrazione sotto il municipio una delegazione è stata ricevuta dall’assessore alla scuola Silvia Vianello, sicuramente anche lei emozionata di ritrovarsi dall’altra parte a rappresentare le istituzioni per ascoltare le richieste di questi ragazzi che chiedono attenzione per i loro problemi.
Non sappiamo se manifestazioni di CIVILTA’ , di protesta DEMOCRATICA avranno dei risultati diretti sui tagli previsti alla scuola un risultato, per noi, lo hanno già raggiunto è stata una grande lezione per tutti: studenti e non. Bravi ragazzi, in bocca al lupo. Andrea Comparato Prologo del video IL VIDEO COMPLETO DALLE 15 CIRCA

lunedì 12 novembre 2012

MASIERO: PER IL PONTE SUL BRENTA CHIEDEREMO MILIONI

Prologo dell'intervista --> Marino Masiero un padovano che ha vissuto metà della sua vita sull'asta del fiume Brenta, ora imprenditore nautico, è il portavoce delle darsene situate sul Brenta che sarebbero fortemente penalizzate se la barriera anti-cuneo salino, di cui si parla da anni, venisse realizzata a valle di queste attività. Il fatto nuovo o almeno di cui non eravamo a conoscenza è che lo stesso progettista ha considerato che se verrà realizzato il ponte-barriera sicuramente ci sarà un danno per queste attività che viene già valutato attorno ai 3,5 milioni di euro ipotizzando una riduzione della clientela nautica del tre per cento....e se invece del tre, fossero il VENTI? O anche di più? Il contenzioso storico più pesante che a oggi ha dovuto sostenere il comune di Chioggia è stata la causa persa con la società San Felice perché gli è stato impedito per dieci anni di realizzare la darsena nell'omonimo sito...non è che questa volta il conto sarà ancora più salato? intervista completa ( in caricamento) -->
Intervengo di nuovo sul punto a causa di alcuni commenti. In riferimento al commento su Monti e sull'agenzia delle entrate , è evidente e sotto gli occhi di tutti che non vi sono settori più sotto controllo di quello nautico in Italia. relativamente alla tassa di soggiorno invece, informo che Chioggia è l'unico comune dove da quest'anno gli specchi acquei pagano la tassa sulle immondizie e se ve ne sarà sancita la legittimità, non si esimerà dal pagarne di altro tipo. Dispiace comunque il tono dell'intervento, quasi dispiaciuto perchè un settore economico della Città abbia un evidente innegabile successo.... Venendo alla questione, lo sbarramento è come se fosse un muro posto tra la spiaggia e gli alberghi di Chioggia. Un muro dove gli ospiti possono transitare tramite dei cancelli, previa attesa anche di ore( come certificata anche dai progettisti a seguito delle richieste della commissione VIA , l'ultima commissione non più eludibile . Se questo paragone non basta, gli interlocutori sono pregati di contattarmi, anche anonimamente, per avere tutta la documentazione in mio possesso. Abbiamo esposto inutilmente in tutte le sedi le nostre ragioni, ma a causa anche di mancanze di indagini pre-progetto, solo ora si svelano scenari disastrosi per il diporto. Purtroppo, per le questioni conosciute , le aziende sono state obbligate ad adire alle vie legali per difendere le loro attività dalla costruzione di un'opera pubblica. Un progetto scellerato che prevede una barriera che tronca la navigabilità diretta tra il crocevia di Brondolo ed il mare, anche per mesi e mesi di continuo d'estate. Un'opera voluta da una politica miope che si basa però su indagini tecniche sballate, parziali e fatte ad avvenuto confezionamento del progetto. Ciò solamente a seguito delle nostre pressanti sollecitazioni. Osservazioni che durano inutilmente da almeno sette anni. Un'indagine che doveva essere la base statistica per il calcolo delle criticità dei passaggi a mare su una conca inadeguata ( che interrompe ed ostacola l'accesso delle barche), che, se fatta a tempo debito, avrebbe fatto immediatamente optare i progettisti e la politica di conseguenza, per una soluzione della barriera a monte delle darsene, senza se e senza ma..... Ma l'indagine non è mai stata fatta fino alla fine dell'iter procedurale che ha voluto, sempre per le nostre pressioni, sia questo approfondimento che quello dei danni che l'opera crea. NOI ABBIAMO SOLO CHIESTO DI POTRE CONTINUARE A LAVORARE ! Una serie di strumenti urbanistici ci ha dato la possibilità di sviluppare le nostre aziende, tre delle quali nate da oltre trent'anni. Le "pressioni" sulla pubblica amministrazione cui si fa riferimento sopra, non riguardano certo tutti ed indistintamente dato che alcune strutture c'erano, grazie all'iniziativa dei pionieri della nautica di Chioggia. Oggi le darsene a monte della barriera sono sei, tra poco otto, tutte previste dal Piano Regolatore approvato dalla Regione e dal Comune. Con quale logica prima si promuove la nautica e poi la si stronca ? Quali interessi portano a prevedere un ponte a due chilometri da una spiaggia al posto che in continuità del lungomare, come dovrebbe essere logico e certamente più utile alla collettività? Quali altri interessi sbarrano sei darsene penalizzandole a favore di altre quattro a mare, ( tra le quali tre ancora da realizzare per complessivi 2000 posti barca nuovi) , e per le quali chi scrive ora ha contribuito incisivamente alla loro previsione e progettazione ? Il comparto nautico è un fiore all'occhiello di Chioggia. Esso ha portato lavoro, economia, turismo e soprattutto qualità, grazie soprattutto ad un TERRITORIO VOCATO ALLA PRATICA NAUTICA COME NESSUN ALTRO TERRITORIO IN ITALIA. LE PERFORMANCE DI CRESCITA DELL'INTERO COMPARTO ( comprese attività accessorie quali ristorazione, officine, falegnamerie, commercio, servizi ecc. ) PARLANO CHIARO. Non è accettabile che progetti strampalati, accomodanti agli appetiti di qualcuno, ( cui evidentemente non sta a cuore l'interesse pubblico ed il rilancio di Chioggia ), stronchino le via d'acqua che sono il patrimonio naturale e vero che abbiamo. Anche stavolta, mi viene da chiedere se ci sia lo zampino di gente da fuori, o se sia tutta opera nostrana.... Chiudo con una domanda che si pongono oramai in molti: Perchè solo alla richiesta dell'ultima commissione di valutazione del progetto, il Consorzio di Bonifica ammette che ci sono ingenti danni alle aziende nautiche per il mancato reddito del 2,02 % della clientela pari a 3,2 milioni di euro, pur evidentemente sbagliandone grossolanamente in difetto la quantificazione ? Perchè non è stato fatto quando lo abbiamo chiesto sette anni fa ( ed a più riprese nel tempo ) quando il progetto era comodamente modificabile, senza danni alla comunità ? Questioni troppo scomode, forse , ma che ora non sono più procastinabili per nessuna delle parti in causa. Il danno c'è ed è molto di più del mancato reddito. Qualcuno ha scritto, in forma anonima che quando si è in crisi, ci si attacca dappertutto. NON E' IL NOSTRO CASO! Fortunatamente ( o per capacità ) le nostre aziende crescono ogni anno, nonostante la crisi e lo fanno bene, grazie anche al nostro fiume. Noi chiediamo, ( come vedo oramai anche altri dicono ), che la barriera vada a monte ed il ponte venga fatto alto in corrispondenza della via dei campeggi, DOVE CIOE' SERVE DAVVERO ! Ciò facendo perseguiamo sicuramente un interesse collettivo : quello che i soldi dei contribuenti servano a finanziare un'opera pubblica e non a risarcire i privati. Diversamente, stiano certi tutti, saremo costretti nostro malgrado a trovare un giudice a Berlino. A nome di tutte le sei aziende nautiche, Marino Masiero.