lunedì 31 dicembre 2012
BUON 2013
Eccoci all'ultimo giorno dell'anno. Finalmente questo annus horribilis se ne va.......
Alla fine del 2011, mi era piaciuto riassumere in un album le foto per me più importanti che avevo scattate in quell'anno. Alla fine del 2012 non ci riesco..... Non perché non ne abbia fatte, intendiamoci, o non ne abbia di care (c'è in corso una mostra che mi sta dando soddisfazioni oltre ogni possibile previsione...) ma perché su tutte prevale questa che vi ripropongo. La ritengo la mia immagine del 2012 e per questo ve la pubblico nuovamente.
E' fatta in un luogo a me molto caro, dopo mesi di previsualizzazione, e in qualche modo racconta questo mio anno direi piuttosto duro. In effetti non posso non ripensare a tutte le persone care e carissime che nel 2012 se ne sono andate, a chi ho visto e vedo soffrire molto, alla fatica che tutti noi stiamo facendo per sopravvivere a questa nazione che il potere vorrebbe devastare. Eppure anche in questo marasma c'è chi inaspettatamente e con solidarietà profondamente umana ti da la forza di andare avanti, addirittura con letizia e pazienza, e di continuare a vedere ancora quanta bellezza ci circonda per mostrarla agli altri. Gente semplicissima e vera come quel raggio di sole fermato alle 12 e 25 nella scuola dei miei figli. D'altronde è sempre così, la bellezza non si cerca, si para lei davanti a noi sempre in modo improvviso e non puoi non coglierla, perché se la vedi una volta non puoi più farne a meno! ;) Ecco, non so come sarà il 2013 (magari qualche gesto scaramantico lo faccio di sicuro mentre spero che sia meglio del 2012.......) ma vorrei che per tutti avesse almeno un raggio di sole così bello e preciso come quello di questa foto!
Buon 2013! — Alessandro Boscolo Agostini
Vi proponiamo l'intervento del fotografo ALESSANDRO BOSCOLO AGOSTINI che ci è veramente tanto piaciuto sia per la foto veramente significativa che per le sue parole.... grazie Alessandro e buon 2013 a tutti
Andrea Comparato
giovedì 27 dicembre 2012
E' QUASI UFFICIALE: PURTROPPO ANCHE CHIOGGIA E' FURI DAL PATTO
La notizia era già nell'aria da molti mesi,le minoranze moltissime volte lo avevano preannunciato, alcuni esponenti della maggioranza avevano ammesso la possibilità concreta di uscire dal patto di stabilità. Oggi giovedì 27 dicembre 2012 autorevoli fonti della giunta ammettono che allo stato attuale, ripetiamo, allo stato attuale, le risultanze contabili porterebbero un'uscita dai canoni del patto di una cifra tra il milione e mezzo e i due milioni di euro.
Le sanzioni previste per le amministrazioni che escono dal patto di stabilità sono: a) Riduzione degli emolumenti a tutti gli incarichi ( dal primo cittadino all'ultimo consigliere comunale) del 30%, taglio netto di TUTTI i premi di produzione dal dipendente comunale al massimo dirigente, il divieto di assumere, ricordiamoci che già ora la macchina comunale è in forte difficoltà in quanto per ogni 5 dipendenti che vanno in quiescenza è possibile assumerne solamente uno di nuovo, sappiamo che è difficile riuscire a rendere l'idea a chi non è dentro all'amministrazione,ci permettiamo un esempio: il dipendente pinco palla è l'unico che conosce lo storico di un certo settore che sia l'anagrafe piuttosto che i lavori pubblici. Se questa persona va in pensione e non c'è la possibilità di " passare" le consegne a i nuovi pochi assunti è immaginabile il disagio che se ne può conseguire.
Altro aspetto è che lo stato diminuisce i trasferimento per un importo pari allo sforamento, come potrà quindi il comune controbilanciare una minor entrata di oltre un milione di euro? Considerato che sono già stati fatti tagli elevati al bilancio e considerato che nuovi balzelli sarebbero del tutto improponibili per le famiglie e le imprese.
La speranza di tutti, NESSUNO può essere contento di questo evento veramente nefasto, è che si riesca a rimanere nel patto ricorrendo a qualche espediente contabile, magari anche furbesco, passateci il termine, ma che consenta di rimanere all'interno dei parametri consentiti.
Domani il sindaco e mezza giunta saranno a Venezia per un confronto con l'amministrazione Orsoni, che hanno lo stesso problema, in quanto è un parametro della legge speciale di Venezia e Chioggia che potrebbe risolvere, almeno temporaneamente, la questione.
Sulla Nuova Venezia di oggi il sindaco Orsoni dichiara che Venezia è fuori da patto....
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In caricamento altri video: intervista al vicesindaco Maurizio Salvagno, Giuseppe Boscolo Palo su ortomercato, incontro di questa mattina degli operatori del porto...
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Il vicesindaco di Chioggia ci fa un consuntivo sulle attività del suo referato sulle attività produttive: in particolare sugli ormeggi di canal Vena, sulla pesca e sull'agricoltura.
lunedì 24 dicembre 2012
AUGURI DI BUON NATALE e BUONE FESTE
L'INTERVISTA LE RIFLESSIONI SULLA NASCITA DI GESÙ: «UN EVENTO SIMBOLICO LEGATO ALL'IDEA DELLA FERTILITÀ: ANCHE I NON CREDENTI DOVREBBERO RISCOPRIRLO»
«La Natività ci insegna la fiducia nel futuro»
L'immagine del Bambino «Quando il gruppo cresce aumentano le possibilità di una sua conquista del controllo sulla natura e sugli altri gruppi umani»Lo psicoanalista Ammaniti: solo un Paese che fa figli migliora se stesso
«La nascita che il Natale cristiano richiama ha un fortissimo carico simbolico anche per i non credenti. Indica l'ingresso di nuovi membri nel gruppo umano, cioè nel mondo. Dunque un avvenimento legato tanto all'idea complessiva di fertilità quanto alla capacità di una società di incrementarsi e di progettare un futuro. Cioè di immaginare che le generazioni in arrivo saranno in grado di migliorare il mondo così come lo conosciamo. Ragionando, possiamo capire perché la scarsa natalità italiana sia strettamente legata alla crisi economica che viviamo. L'Italia, in questo momento, sembra lontanissima dall'idea stessa di fertilità...». Massimo Ammaniti, psicoanalista e professore di Psicopatologia dello sviluppo all'Università La Sapienza di Roma, sa bene che il Natale, così come lo conosciamo è solo l'involucro chiassoso, multicolore e superficiale di un contenuto ben più impegnativo: «Infatti la festa andrebbe, anche laicamente, ritrovata e riscoperta, liberata da quegli automatismi legati al consumismo che ne hanno oscurato il senso stesso. Partiamo da un presupposto. Il Natale cristiano, in molti modi, riguarda anche i non credenti. Nel senso che ricorda alla nostra civiltà l'arrivo di un personaggio che ha comunque modificato la concezione della morale introducendo per esempio il concetto di perdono, la comprensione dell'altro e superando la vecchia legge dell'"occhio per occhio, dente per dente"». Naturalmente, ricorda il professore, c'è una differenza fondamentale: «Per i cristiani quell'uomo è il Messia, per chi non crede è comunque una nascita importantissima per un'intera cultura, la nostra». Fin troppo ovvio aggiungere che quel lontano Natale segna da due millenni anche le espressioni intellettuali, dalla letteratura all'arte e all'architettura, del mondo occidentale.Messo da parte il Natale cristiano, resta il «significato» anche non religioso di una nascita festeggiata in buona parte del mondo. Perché un piccolo bambino incarna un'immagine così eloquente per qualsiasi civiltà? Si potrebbe dire, in tempi crudi e pragmatici come i nostri, che la nostra esistenza è fatta da persone che arrivano, cioè nascono, e da altre che partono, cioè muoiono... Per Ammaniti non è così: «In realtà la nascita continua a rappresentare moltissimo anche nell'organizzazione sociale contemporanea. Simbolicamente quando il gruppo cresce, aumentano le possibilità di una sua conquista del controllo non solo sulla natura e dunque sul "mondo" ma anche sugli altri gruppi umani. Non è escluso che l'affermazione dell'homo sapiens rispetto all'homo neanderthalensis sia stata legata proprio all'aumento della quantità di individui». Insomma, per ritornare al nostro Natale 2012 e all'imminente 2013, se una società guarda al futuro, si riproduce, e se invece stenta a farlo, vede l'avvenire come un pericolo? «Esattamente questo è il punto. In Italia, lo sappiamo bene, il tasso di natalità non garantisce nemmeno il mantenimento della popolazione attuale. Siamo intorno a 1,25 figli a coppia. Invece in Francia, dopo un periodo di calo, si è tornati a sfiorare quota 2 figli a coppia. In quel Paese c'è stata una chiara scelta politica: aiutare i genitori, sostenerli quando crescono i figli. Insomma il concetto di fertilità non riguarda solo le singole donne o le singole coppie ma l'intera società. Ecco, in questo momento l'Italia non è un Paese "fertile" non solo tecnicamente ma anche psicologicamente». Le cause di tutto questo sono molto chiare a Massimo Ammaniti: «Fare figli con consapevolezza significa sentirsi pienamente calati nel ruolo di genitori. Dunque avere speranza rispetto al futuro con progettualità e positività». Uno psicoanalista non è un economista e quindi il professore non intende avventurarsi per i sentieri più tecnici della crisi. Però sa bene cosa passa per la testa di questi italiani così poco fertili: «Il dramma dell'Italia è che circola poca fiducia in ciò che ci aspetta. Chi dovrebbe fare figli non ha un lavoro stabile e sicuro, dispone di poco denaro e quindi semplicemente prova paura. È un segnale terribile, per una società. Guardando i dati europei complessivi si arriva alla stessa deduzione. A ciò si aggiunga una caratteristica dell'attuale generazione in età fertile: si è molto presi da sé stessi, e qui la crisi non c'entra. Quindi con difficoltà si riesce a pensare di potersi prendere cura stabilmente di un nuovo essere umano e di trasmettergli qualcosa di concreto e importante». Diciamo che l'Italia «starà meglio», non solo economicamente ma anche psicologicamente, quando riprenderà a fare figli? «Esatto. Riflettere laicamente sul Natale, in questo senso, può essere utile...». Parola di psicoanalista.
Il corriere della sera ci perdoni se riproduciamo l'articolo del giornalista Conti
Conti Paolo
Pagina 19
(23 dicembre 2012) - Corriere della Sera
Inseriamo in questo post gli auguri di un po' dei protagonisti del blog
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