martedì 31 marzo 2015

TENDONI, RICORSI AL TAR E PAGLIACCI

Senza limiti le balle che racconta Marino Masiero..... la darsena Marina del Sole
All’ordinanza di demolizione di di ripristino del comune di Chioggia il signor Marino Masiero al secolo Mr “ Tendon iniziò a sparare le sue solite cartucce mediatiche a mezzo stampa e social media. “ Faremo ricorso al tar “ aveva annunciato lanciando i suoi strali contro l’amministrazione comunale colpevole di favorire l’occupazione, le famiglie, il bene comune e compagnia cantando. Ma al contrario delle sue dichiarazioni di fuoco il ricorso al Tar è stato ritirato dagli avvocati che rappresentanto la Marina del sole e cosa ( apparentemente ) molto strana, di questo ritiro in buon ordine il loquacissimo Masiero non ne fa alcun accenno fino a quando la notizia del ritiro l’abbiamo pubblicata sinteticamente sul blog. E’ solo allora che il buon Masiero lancia i suoi “ pregiati” comunicati stampa : “ Abbiamo tolto i tendoni e stiamo guardando altrove per spostare l’attività “ ancora una volta però “ dimentica” una serie di particolari, basta leggere la sentenza del TAR ( allegata) che malgrado la “ retromarcia “ il TAR è entrato nel merito della faccenda, bollandola come ABUSIVA e le sue opere “….complesso di interventi abusivi, come rilevato nell'ordinanza di demolizione, perché non provvisori, come pretesi dalle ricorrenti, ma destinati a garantire la continuità dei servizi della darsena, eppure realizzati, invocando l'art. 6 DPR 380/01, senza il pagamento dei prescritti oneri di concessione e senza il necessario nulla-osta ambientale,……”. Ripercorriamo con ordine la vicenda : Masiero , nel 2013 , chiede il permesso di costruire per la costruzione dei capannoni, il permesso viene rilasciato (pdc 30/2013) ma lui non lo ritira e lo fa decadere perchè non vuole pagare gli oneri, allora invocando l’art. 6 del DPR 380, installa una struttura temporanea che avrebbe dovuto rimanere in piedi per 90 gg., naturalmente per la struttura temporanea non si paga alcun obolo al comune. Ma il buon Masiero alla scadenza del novantesimo giorno non smantella la struttura , la tiene in piedi e INGANNANDO la maggior parte dei consiglieri che formavano la maggioranza riesce a convincerli a presentare una mozione nel tentativo di trovare un espediente legale che sani il suo “abuso”: Perché li inganna? Perché a richiesta esplicita di alcuni consiglieri che gli chiedono se ci fossero degli abusi edilizi il “ buon “ Masiero li rassicura di essere perfettamente in regola. Con la famigerata mozione “tendoni” . Masiero, con la quale , VORREBBE farsi passare per il salvatore della patria che genera i posti di lavoro. La mozione non passa , Masiero presenta la comunicazione di un’altra struttura temporanea sotto altro nome e a questo punto il comune interviene e ordina la demolizione della precedente struttura e di quella nuova. Poi il ricorso al TAR di Masiero e la sua furbesca rinuncia. Il TAR entra nel merito della questione, dichiara infondato il ricorso dei ricorrenti, dichiara la struttura abusiva e condanna i ricorrenti a pagare le spese. Effettivamente esistono delle attività che storicamente utilizzano i “ tendoni “ sono i circhi equestri, tra i personaggi che animano le attività circensi, come noto, ci sono i pagliacci.



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venerdì 27 marzo 2015

MASIERO RITIRA IL RICORSO AL TAR CONTRO L'ORDINANZA DEL " TENDON "


Ritirato il ricorso al Tar contro l’ordinanza di demolizione nr 297 del comune di Chioggia con la quale si ordinava alle società Meridiana Orientale srl e Terra e Mare srl ( Darsena Marina del Sole) di demolire alcune strutture. La ” famosa” ordinanza che aveva sollevato tante polemiche, era stata chiamata ironicamente “ del tendon” in quanto il Masiero aveva più volte dichiarato che con delle strutture smontabili si sarebbero potuti aumentare di molto i posti di lavoro nel settore della nautica era stata impugnata con tanto di annunciazione a mezzo stampa e social network. Essendo stata ritirata l’impugnazione ora l’ordinanza esplica tutti i suoi effetti e quindi le società sopra citate dovranno, forse lo hanno già fatto fare, abbattere l’abuso edilizio e ripristinare lo stato precedente dei luoghi. Marino Masiero



ORDINANZA DI DEMOLIZIONE PER LA MARINA DEL SOLE

giovedì 26 marzo 2015

VIDEO: NICCHETTO IL CARABINIERE - RAPINATORE CHIOGGIOTTO HA UNA DOPPIA VITA?


IL FRATELLO MAGGIORE E IL PADRE DIFENDONO IL CARABINIERE-RAPINATORE DI CHIOGGIA : ASPETTIAMO CHE VENGANO CHIARITI I FATTI Sconcerto in tutta la città per la notizia della rapina avvenuta mercoledì ad un supermercato in provincia di Napoli, conclusa con un bilancio di un morto, diversi feriti tra cui due carabinieri che in un primo momento sembravano coinvolti nella rapina in veste di tutori dell’ordine ma poi, la procura di Nola, dopo ore di dubbi, ha deciso di fermarli e di sottoporli a fermo. Uno dei carabinieri arrestati è Jacomo Nicchetto, classe 1981, conosciuto da tutti come Jacopo, da qualche anno in forza presso Mestre. Una famiglia che i vicini, ma anche molti definiscono “ rispettabile e riservata “. Il padre Armando Nicchetto, autista del 118 in pensione, e il fratello maggiore Daniele sono increduli e sconcertati per quanto è avvenuto a Jacomo : “ Siamo allucinati, che il nostro congiunto possa essere coinvolto, come rapinatore, in una rapina è assolutamente incongruente per chiunque abbia conosciuto Jacomo che possa aver fatto una cosa del genere “. Padre e figlio, pur sconvolti da una situazione pesantissima, sottolineano che è ancora una situazione da chiarire, che pur non conoscendo i servizi che doveva svolgere era spesso in missione un po’ in tutta Italia e quindi non trovano strano che potesse essere a Salerno. Effettivamente in tutta la dinamica della rapina sono tanti gli aspetti per lo meno insoliti , di solito i soggetti rapinati reagiscono nei contesto dei loro locali, invece i titolari del supermercato si sono lanciati all’inseguimento con più mezzi dei rapinatori, ingaggiano un conflitto a fuoco da film per un “bottino” di 1.300 euro? In un primo momento i due carabinieri feriti, trasportati in ospedale con regolare auto ambulanza, erano stati riconosciuti come difensori e non come rapinatori. Padre e figlio sono coinvinti dell’estranietà di Jacomo a fatti delittuosi e chiedevano anche, se possibile, il silenzio su questa vicenda almeno per quanto riguarda le loro generalità e , soprattutto quelle della moglie , non per privacy ma : “ per paura”. La moglie Liliana Russo, una ragazza di origine siciliana, all’indirizzo di via repubblica dove vive con il marito, al contrario di padre e figlio, ha preferito non dare nessuna risposta. “ Sono del tutto incredulo che Jacomo possa aver fatto qualche cosa di male - riferisce un suo ex compagno di classe - me lo ricordo bene a scuola sempre molto tranquillo con i suoi occhialetti “