venerdì 4 marzo 2016

CHIATTE ALLA DERIVA: È STATO UN ATTO DOLOSO

 
 
Ricordate le chiatte della Allibo Adriatica, che durante il ciclone VeneziaLow di ieri avevano rotto gli ormeggi incastrandosi sotto il ponte translagunare e battendo contro la carreggiata? Dall'immagine di cui siamo venuti in possesso appare inequivocabile che i loro cavi siano stati tranciati di netto, con un atto irresponsabile che ha rischiato di minare la sicurezza degli automobilisti. Non quindi una fatalità -per quanto preventivabile, data la presenza annuale delle chiatte a fianco del ponte e le numerose richieste di un loro spostamento- ma un'azione deliberata, che merita l'interessamento della magistratura e delle forze inquirenti.  
Abbiamo contattato Davide Calderan, socio di maggioranza e amministratore delegato della società Rimorchiatori Riuniti Panfido (Allibo è in concordato preventivo), per verificare se non vi sia comunque una responsabilità indiretta della società nonostante la liquidazione: «Non ero a conoscenza del dolo, anche se ogni tanto succede che qualcuno ha rubato le cime delle chiatte. Al di là del disagio estetico per il panorama, prima del vento ieri non c'è stato nessun danno». Calderan racconta i termini della situazione: «Per procedere alla vendita dei beni, abbisognamo dell'autorizzazione del tribunale fallimentare. Così per fare delle spese, ad esempio quelle necessarie a rimuovere le imbarcazioni. tribunale sta terminando l'inventario dei beni, nel frattempo Panfido si sta prendendo la briga di salvare le chiatte senza che nessuno ringrazi o ci aiuti a pagare». Calderan lascia intendere che ha avuto più di qualche difficoltà da parte di qualcuno mettendo i bastoni tra le ruote e intralciando una celere rimozione delle chiatte, anche se si trincera dietro i tempi tecnici del tribunale. Ma la questione è in piedi da un anno esatto, e più volte anche l'amministrazione comunale di Chioggia -al di là delle proprie competenze, che investono soprattutto Anas e Magistrato alle Acque- ha contattato Allibo e Panfido facendo le giuste pressioni per ritornare allo stato di cose precedente.

giovedì 3 marzo 2016

BORA A 50 NODI LE CHIATTE DELLA ALLIBO ADRIATICA STANNO DANNEGGIANDO IL PONTE 1


Nottata d'inferno nella laguna di Chioggia. Il ciclone “Venezia Low”, un evento atmosferico tanto raro quanto potente, sta mettendo da ore k.o. la città. La bora a 50 nodi in aumento e senza previsioni di diminuzione, oblò degli autobus scardinati, difficoltà nel traffico specie per i mezzi a due ruote, mercato del giovedì in tilt e successivamente annullato per le condizioni proibitive: ma soprattutto si segnalano le chiatte della Allibo Adriatica, che stanno danneggiando il ponte translagunare che congiunge Chioggia alla terraferma. Tre delle cinque chiatte hanno rotto gli ormeggi, una di esse si è incastrata sotto il ponte e le altre due battono a martello contro la carreggiata, creando logicamente pericoli. Da un anno ormai questi mezzi sono posizionati a fianco del ponte, e più volte anche da questo blog sono partite le richieste dei cittadini, tese a un loro spostamento: gli eventi di queste ore dicono che la loro rimozione non è più procrastinabile. Il PARDUS e il NEPUTNE sono i rimorchiatori che oggi opereranno per il recupero " MEGLIO TARDI CHE MAI " Riferisce la consigliera regionale Erika Baldin - " Ho contattato questa mattina il signor Calderan della società di rimorchiatori Panfido, mi ha assicurato che in giornata le chiatte bloccate da oltre un anno a ridosso del ponte delle trezze verranno rimosse in giornata - AGGIORNAMENTI OGGI SU CHIOGGIA AZZURRA RISCHIATO IL BLACK OUT PER LE CHIATTE DELLA ALLIBO ADRIATICA
Le chiatte dell'allibo adriatica oltre che a danneggiare e portare allo scoperto l'armatura del ponte, frantumando il cemento come un maglio, stavano per tranciare le connessioni in fibra ottica della città. L'urto continuato delle chiatte ha distrutto la condotta facendo uscire i cavi delle fibre ottiche che sono rimasti a penzoloni, sospesi ad un metro dall'acqua. Nel pomeriggio gli operai della sirt erano già sul posto, malgrado il vento ancora forte per avviare la riparazione. Mentre per il momento le operazioni di disincaglio e di spostamento delle chiatte ( bloccate dal maltempo del febbraio 2015) non è ancora iniziato, probabilmente si è in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo.

RADICCHIO QUASI PRONTO, MA SENZA GOVERNANCE SARÀ UN TRACOLLO

Il radicchio è quasi pronto, ma le aspettative per i produttori non sono buone. Colpa di un inverno atipico, ma anche della carenza di una governance strutturata in grado di fronteggiare concorrenze agguerrite. Il lucido quadro della situazione è di Giuseppe Boscolo Palo, presidente del consorzio di tutela del radicchio IGP: «Sotto i tunnel siamo vicini al primo raccolto, verso l'inizio di aprile avremo il radicchio primaverile, quello precoce». Ma i prezzi sono pesanti all'origine, per molti prodotti oltre al radicchio, a svantaggio degli agricoltori: «Oltre alla concorrenza da altre parti d'Italia, stiamo subendo quella globale che è spietata. Ad esempio riguardo gli ibridi, dato che per ottenere radicchio di Chioggia IGP bisogna adoperare seme autoprodotto». Giuseppe Palo individua nella governance la chiave per resistere a questo “attacco”: «Urgono strumenti inediti, come un nuovo registro nella gestione complessiva del settore orticolo in città. Senza di ciò, credo proprio che Chioggia subirà un tracollo. Lo sto ripetendo da qualche anno: occorre istituire una governance, gestita dai produttori attraverso le proprie organizzazioni. Andando in ordine sparso si è più deboli davanti al potere contrattuale altrui. Non possiamo addossare colpe generiche alla grande distribuzione o ad altri fattori, bisogna che mercato, consorzio e organizzazioni dei produttori siano uniti per governare il settore, con la disponibilità dei singoli soggetti». La direzione cui Palo rivolge i bisogni del settore è molto precisa: «Le OP e il consorzio ci stanno. Cosa risponde l'amministrazione comunale, che attraverso SST è proprietaria del mercato ortofrutticolo, per assecondare questa aspettativa?»