martedì 7 luglio 2020

EX BATTERIA SAN FELICE ANCORA CHIUSA AL PUBBLICO, IL COMITATO PER IL FORTE SI APPELLA AL COMUNE E ALLA SOVRINTENDENZA PER LA RIAPERTURA

Il comitato per il Forte di San Felice ha inviato una lettera all'amministrazione comunale di Chioggia e alla Sovrintendenza per chiedere la riapertura della ex Batteria San Felice. «Dopo il restauro finalizzato alla fruizione pubblica - spiega il presidente Erminio Boscolo Bibi - realizzato dieci anni fa con i fondi della Legge Speciale, era diventata un luogo fortemente apprezzato per la splendida vista del paesaggio che vi si gode, oltre che per il valore storico. Da lì iniziano le visite al Forte di San Felice, ma è stata chiusa al pubblico nella tarda primavera di un anno fa, per via dei lavori di manutenzione che avrebbero dovuto durare tre mesi. Tuttavia l'ex Batteria non è più stata riaperta».
Racconta Bibi: «Interpellati ancora quest'inverno i referenti della società Mosella, attuale proprietaria del bene, erano state date assicurazioni che per l'inizio di marzo si sarebbe provveduto alla riapertura. Poi è arrivata la pandemia, ma già dal 6 maggio tutti i parchi pubblici sono stati riaperti. Nuove sollecitazioni, anche nei network, e richieste da parte del comitato al Comune affinché intervenga in merito non hanno portato a cambiare la situazione. Tra l'altro, l'affissione di numerosi cartelli sulla recinzione con l'indicazione di proprietà privata sembra voler dare l'idea che solo dalla proprietà dipenda l'apertura o meno della Batteria. Vale la pena richiamare invece quali sono i reali presupposti della sua apertura al pubblico».
La società Mosella l'ha acquisita a seguito dell'avviso di asta pubblica dell'Agenzia del Demanio nel luglio 2017. La stessa società in precedenza aveva in concessione l'ex Batteria dal Demanio, e nel 2013 ha presentato richiesta di intervento edilizio per l'ampliamento dell'hotel Mosella, la costruzione di un nuovo edificio di servizi alla darsena, l'ampliamento della darsena stessa e il cambio d'uso di un'area adibita a campeggio, per la realizzazione dello standard a parcheggio e la sistemazione dell'ex Batteria San Felice, con l'impegno a recuperarla e adibirla a uso pubblico.
La convenzione tra l'impresa e il Comune prevede, all'articolo 4, il vincolo a uso pubblico («Le aree vanno pubblicamente utilizzate, con oneri di gestione e manutenzione completamente a carico del soggetto attuatore, con limitazioni, in rapporto ai limiti di sorveglianza e vigilanza da parte del personale dipendente del soggetto attuatore medesimo»). Commenta Erminio Bibi: «L'apertura al pubblico non è quindi una gentile concessione della proprietà, ma un preciso obbligo derivante dall'approvazione della variante. La contropartita dell'impegno per l'ex Batteria è stata uno degli elementi fondamentali per la sua approvazione da parte del consiglio comunale».
Il passaggio da concessione a proprietà del bene - ribadisce il comitato Forte San Felice - non modifica gli obblighi dell'azienda, anche considerando che l'avviso ad asta pubblica dell'Agenzia del Demanio parla delle condizioni di fruizione pubblica del bene, tenuto conto della situazione conseguente alle precedenti destinazioni d'uso e che la valorizzazione dovrà essere volta alla conservazione del bene. Necessari atti preliminari all'avviso di asta pubblica sono stati la dichiarazione di interesse culturale da parte della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto, e la successiva autorizzazione all'alienazione del bene da parte della stessa Direzione, con le condizioni e prescrizioni di cui sopra.
Pertanto, secondo i firmatari, «la proprietà deve garantire la fruizione pubblica del bene, anche con l'apposizione di specifici cartelloni che rimandino appunto alla convenzione. Chiediamo perciò formalmente che l'amministrazione comunale agisca senza indugio, affinché sia garantito nel più breve tempo possibile un diritto dei cittadini, recuperando evidenti ritardi. Sarebbe un'amara constatazione se per rimpalli burocratici trascorresse l'intera stagione estiva con l'ex Batteria chiusa al pubblico».

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