lunedì 28 febbraio 2022

GIORGIO BELLEMO: UNA CLASS ACTION CONTRO CHI HA FERMATO IL PONTE/SBARRAMENTO SUL BRENTA

Giorgio Bellemo, presidente ASCOT, giudica drammatica la situazione attuale dove i temi che riguardano il Covid e l’ultimo colpo di coda della pandemia si alternano alle ultime vicende belliche facendo perdere di vista i problemi di basso profilo che ci toccano però direttamente.
Tra il discorso Bolkestein che è in continuo divenire, la destagionalizzazione e il nuovo Lungomare Adriatico e il discorso sulla viabilità che creerebbe nuove dinamiche, si è inserito il tema della siccità e del basso livello dei fiumi che porta a rientrare il cuneo salino rendendo maggiormente salata l’acqua che dovrebbe essere usata per l’agricoltura e che, se fosse adoperata finirebbe col rendere meno fertile la terra dei campi. Infatti, ciò che preoccupa maggiormente ora sembra essere il livello del Bacchiglione, talmente basso che si sono create spiaggette mai viste prima.
La mancata realizzazione dello sbarramento del cuneo salino, rimasto nel limbo durante l’ultima l’amministrazione pentastellata, meriterebbe che operatori balneari e agricoltori dessero vita a una class action nei confronti di coloro che di fatto la hanno impedita, anche in maniera molto forte. 
Bellemo si augura che la nuova amministrazione possa provvedere anche se, in questo caso, l’amministrazione pubblica non è competente in toto e non può decidere azioni in autonomia.
Sul progetto del ponte, in cui coesistono le collaborazioni di molti Enti, e che sarebbe dovuto partire a marzo, da domani quindi, è subentrato lo spettro dell’aumento delle materie prime.
Il costo del progetto non può più essere quello preventivato e dovrà subire per forza delle modifiche al rialzo. L’unica azienda che presume di subire dei danni dalla realizzazione dello sbarramento, e che di fatto sembra ne abbia bloccato la costruzione, non avrebbe subito danni effettivi in quanto le barche più piccole avrebbero continuato a transitarvi sotto e quelle di misura maggiore sarebbero state comunque costrette  a passare per le chiuse come fanno già ora.
Il ponte Bailey, ponte logistico costruito a suo tempo dall’esercito, a quanto afferma Bellemo, sul quale si sarebbe potuta realizzare una pista ciclabile, perchè è stato tolto? e chi ne ha autorizzato lo smantellamento? si chiede, e chi dal suo smantellamento ne ha tratto beneficio? Non la comunità, conclude.
Bellemo sospetta che, nella mancata realizzazione dello sbarramento del cuneo salino e nello smantellamento del ponte Bailey ci sia qualche interesse, invitando chi di dovere a fare una verifica e controllare che non ci sia una richiesta specifica. Si chiede se non ci sia proprio una volontà di isolare la città. E questo, in vista dell’applicazione della Bolkestein, da adito a forti preoccupazioni.
In questo caso l’amministrazione pubblica non è competente in toto e non può decidere azioni in autonomia.
Serve un lavoro di squadra, conclude Bellemo anche se ammette che si rifiuterebbe di fare squadra con alcuni colleghi, tanto da supporre di dover rivedere la formazione dell’OGD, Organizzazione della Gestione della Destinazione, realizzata con il contributo economico finanziario di ASA e di ASCOT e sono altri a goderne, sostiene Bellemo e ciò sarebbe da rivedere




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