L'improvvisa chiusura dei punti nascita degli ospedali di Piove di Sacco e di Adria, decisa dalla Regione Veneto in quanto non hanno superato la soglia delle 500 nascite annue (una deroga in tal senso è stata concessa al Civile di Venezia), sta avendo conseguenze anche per quanto riguarda l'ospedale di Chioggia. Indubbiamente il provvedimento sta favorendo il nosocomio lagunare, che già riceve un flusso in entrata di puerpere da Piove e da Adria per volontà propria e nonostante i collegamenti carenti. Ma allo stato attuale il reparto di Ostetricia non ha le strutture ricettive per far fronte a un sovraccarico di richieste: i posti letto sono solo dodici, tuttavia la ULSS 3 Serenissima si sta attrezzando in corso d'opera, monitorando il numero delle future madri che si stanno rivolgendo a Chioggia, allo scopo di potenziarne i servizi e il personale. Da Adria usciranno 360 parti annui, e 330 da Piove di Sacco: almeno la metà potrebbe essere dirottata verso Chioggia, dove l'équipe diretta dal primario Luca Bergamini ha investito per recuperare Cavarzere e altre zone limitrofe. Negli anni Settanta, peraltro, accadeva che molte gravide chioggiotte andassero a partorire a Piove. C'è comunque stupore nell'ambiente sanitario per le due chiusure annunciate, anche perché un ospedale che si veda chiudere il punto nascita non è più considerato ospedale di rete.
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