La crocieristica clodiense è ferma al palo. Eppure dal 2010 è entrato in funzione il terminal alla marittima dei Saloni, costruito con un milione di euro pubblici (anche europei) dall'Azienda Speciale per il Porto: ma il contesto risulta ancora “in fase sperimentale”, e finora sono arrivate solo «tre carrette», come le ha definite Eugenio Boscolo, capocategoria dei taxisti chioggiotti. Fra l'altro, in virtù della legge Madia, dal consiglio di amministrazione della società Chioggia Terminal Crociere un anno fa si è sottratto il Comune. Difficile non pensare, dice Boscolo, al fatto che avendo di fronte la costa istriana e dalmata sia stato insensato sopprimere la linea di ferry attiva fino al 2006, per quanto poco pubblicizzata. Il taxista individua nella Città Metropolitana una parte delle responsabilità di questo stallo: «Per non dare soddisfazione a Chioggia – continua Eugenio Boscolo – ha creato un altro terminal a Fusina, dal quale ci vuole un'ora per uscire in porto, a fronte dei dieci minuti che impiegherebbe da Chioggia. Creando oltretutto 200 posti di lavoro tra operatori marittimi e turistici».
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