Un’esibizione di cappa e spada da parte degli armigeri della Marciliana ha accolto in città, questa mattina, la Ministra della Difesa Elisabetta Trenta, che ha partecipato in municipio alla cerimonia per il passaggio di gran parte del Forte San Felice dal Demanio Militare al Demanio Marittimo Lagunare. In una sala consiliare gremita di cittadini, rappresentanti delle forze armate e delle associazioni d’arma, consiglieri e assessori, il sindaco Alessandro Ferro ha adempiuto agli onori di casa spiegando la realtà lagunare all’esponente del governo: «Siamo tra le principali località turistiche anche in forza di beni come il Forte, che da oggi sarà sempre più disponibile ai cittadini. Ringrazio il comitato dei volontari per lo stimolo a valorizzare il compendio, anche attraverso la campagna dei Luoghi del Cuore del FAI con oltre 25mila firme. Il protocollo d’intesa siglato a gennaio ha messo assieme Demanio, Difesa, Provveditorato alle Opere Pubbliche, Sovrintendenza e Comune in un caso di buone pratiche operative fra enti».
Quindi l’intervento della Ministra, vocato alla missione del dicastero ovvero razionalizzare e dismettere gli immobili non più necessari alle forze armate: «Queste strutture potranno essere utilizzate da altre articolazioni dello Stato e delle amministrazioni locali nel quadro del federalismo demaniale. La Difesa manterrà l’uso della parte residua del Forte per le esigenze logistiche degli uffici che gestiscono il faro, tramite Difesa Servizi. Molta strada è stata fatta e molta bisogna ancora farne, affinché il riutilizzo intelligente degli immobili pubblici possa diventare elemento trainante per la crescita dei territori. Si tratta di rendere fruibili beni comuni, e quindi della collettività».
L’appassionato excursus di Erminio Boscolo Bibi, presidente del comitato Forte San Felice, ha fatto conoscere alla ministra Trenta i 650 anni di storia del compendio, dalla Serenissima alla Marina Militare italiana, anche attraverso un filmato girato l’anno scorso: «Il Forte era in condizioni di degrado considerevole, da quando il contingente di 350 uomini è andato via nel 1979. Dentro è rimasto solo il reggente dei fari. Chiunque lo abbia occupato nei secoli ha lasciato testimonianze, e alla base del castello della Luppa stava il leone di Chioggia, scalpellato dai napoleonici. Dal Forte non si è mai sparato un colpo a difesa della città, anche se contro i genovesi morirono 3600 chioggiotti». Bibi ha ricordato come il tavolo tecnico stia andando avanti, «peccato che gli impegni della Ministra le impediscano di visitare il Forte stamane, sarebbe stata un’esperienza suggestiva».
Il generale Giancarlo Gambardella della task force Immobili del Ministero della Difesa ha evidenziato che il progetto è nato «quasi come utopia, con difficoltà palesi, ma ogni giorno superate facendolo diventare realtà». Il Forte fa parte dei 5mila immobili del Ministero, e se ne prevede appunto un uso duale, più civile che militare: la gran parte sarà destinata ad attività turistico-ricettive nel fabbricato verso l’esterno, senza ulteriore occupazione di suolo. «Nessun metro cubo in più verrà realizzato, il castello si apra al territorio con eventi ad hoc». Il Generale poi ha preso l’impegno personale di far tornare a Chioggia la lanterna del vecchio faro di Forte San Felice, ora ricoverata al Museo della Marineria di Cesenatico, ma tutt’ora disponibile alla Difesa.
I conti dell’opera li ha sciorinati Roberto Linetti, Provveditore alle Opere Pubbliche del Triveneto: il finanziamento di 7 milioni si divide in 2 milioni di opere urgenti, atte a mettere in sicurezza le parti strutturalmente degradate, mentre coi restanti 5 il Ministero dei Beni Culturali e il Polo Museale del Veneto attrezzeranno le strutture per la loro gestione e cura. «I soldi non basteranno a fare tutto – ha avvertito il Provveditore – ma nei prossimi anni ne arriveranno altri. Il Mose necessita di altri due anni di lavori, i finanziamenti per questi sono già di nuovo disponibili, ma è importante che le opere di compensazione (tra cui il Forte San Felice) vengano fatte subito, non dopo la conclusione del Mose».
LA PLAYLIST VIDEO DI TUTTI GLI INTERVENTI:
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