Gli strascichi lasciati dal maltempo di ieri non sono leggeri, a Isolaverde. Dovunque è danno e distruzione, i locali estivi sulla spiaggia sono in ginocchio, in alcuni casi il mare è arrivato proprio dentro: e non è il titolo di un film con Bardem. Non è la prima volta che il litorale adiacente alla foce del Brenta versa in queste condizioni dopo forti ondate causate dal vento, ma la situazione attuale è davvero difficile: non sarà sufficiente, quando avverrà, il logico ripascimento dell'arenile.
«Si tratta di eventi eccezionali impossibili da contrastare», esordisce Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in Ascot. «Però si potrebbero quantomeno realizzare gli interventi atti a contrastare, se non proprio inibire, le azioni della natura così devastanti. La diga soffolta, così come è stata realizzata, presenta notevoli criticità». I lavori a Isolaverde devono partire e questo è chiaro, sono attesi con ansia dagli operatori: «Mancano azioni protettive - continua Bellemo - ma si possono eccepire anche altre questioni di ordine tecnico e "politico"».
La vicenda infatti interferisce con la scadenza delle concessioni nel 2020, voluta dalla direttiva europea Bolkestein: «I lavori di recupero aziendale per la piena operatività e messa in sicurezza ambientale dei luoghi a contatto con l'erosione, quanti anni di allungamento meriterebbero?», si chiede Bellemo. «Vanno considerati nel valore aziendale di avviamento le notti e i giorni come questi, o vanno messi all'asta?». Il presidente di Ascot valuta se non sia il caso di rivedere la riduzione dei canoni di concessione, in virtù di superfici sensibilmente erose.
Rimane ancora sullo sfondo la vertenza TARI: «Paga anche chi oggi non ha praticamente più un'azienda dove esercitare, dopo che il maltempo se l'è portata via?». Gli operatori postulano nuovi strumenti di settore, che invece languono: «La Regione - conclude Giorgio Bellemo - potrebbe istituire un capitolo di bilancio ad hoc per le opere di difesa dei litorali, insistendo a Roma con il ministro per il Turismo Centinaio affinché nella legge di riforma delle concessioni preveda che i proventi dei canoni rimangano alle Regioni, così da utilizzarli per fini evidenti come la pulizia della battigia e il ripascimento».
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