L'azienda Costa Bioenergie interviene per rispondere all'accusa, palesatasi in questi giorni, di aver sversato in laguna 4.5 milioni di litri d'acqua potabile durante i lavori per la costruzione del deposito di gpl in Val da Rio. "Abbiamo letto l'ennesima uscita allarmistica del comitato No Gpl - si legge in una nota - che, evidentemente, ha necessità di tenere alta la tensione per giustificare l’esistenza dei propri rappresentanti, avvelenando il clima della civile convivenza e del civile confronto". Il comitato avrebbe affermato che, a seguito di un accesso agli atti, Costa Bioenergie avrebbe scaricato in laguna 4.5 milioni di acqua dell’acquedotto senza autorizzazione. "Non sappiamo quali atti abbia letto il comitato - continua il comunicato di Socogas - visto che i test per la tenuta dei serbatoi, che prevedono l'utilizzo di acqua e il suo rilascio in laguna dopo apposite analisi di laboratorio, sono richiesti dalla normativa, sono stati concordati con il CTR e sono stati formalmente autorizzati. Mentre sarebbe stato sufficiente leggere l’allegata autorizzazione: evidentemente tale lettura è stata ritenuta inopportuna o controproducente rispetto al fine perseguito. Tutto si è quindi svolto secondo le regole e le procedure richieste, rispettando i parametri e le norme in vigore, come Costa Bioenergie ha sempre fatto e continuerà a fare".
Frattanto domenica mattina dalle ore 10 alle 12 il comitato No Gpl terrà un'assemblea pubblica davanti al municipio di Chioggia, durante la quale ragguaglierà la cittadinanza quanto agli ultimi sviluppi e all'udienza davanti il Consiglio di Stato a Roma il prossimo 25 ottobre, oltre ad estrarre i numeri della lotteria per finanziare la causa.
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