È andata deserta la prima asta per il complesso monumentale di Santa Caterina, che comprende anche l’ex convento delle Madri Canossiane in calle Forno Filippini a Chioggia. Lo scorso 19 aprile nessuno si è presentato per cercare di mettere le mani sulla struttura, chiusa ormai da oltre 15 anni, dopo quasi 150 di attività educativa per bambini e ragazze: gli immobili erano stati rilevati da una banca a seguito del fallimento di un’impresa che li aveva acquisiti dalla Diocesi.
Nel frattempo tutto sta andando in rovina, deprezzando ogni giorno che passa il valore di un bene così prezioso e perfettamente ubicato nel centro storico tra la calle e la riva San Domenico: fuori resiste solo il capitello che venera santa Giuseppina Bakhita, finché non scolorirà anche quello. Per scongiurare il rischio di una speculazione edilizia volta a ridurre ad appartamenti un pezzo importante della storia di Chioggia, col teatro e il giardino, e per stimolare l’ente locale ad agire in connessione ai più importanti istituti culturali del territorio, il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale Jonatan Montanariello ha avanzato l’idea di restituire il plesso alla sua vocazione didattica, facendolo rientrare nel circuito universitario.
L’ipotesi lanciata dall’esponente del PD è di una cittadella del sapere, retta dagli atenei di Venezia o di Padova, anche per facoltà suppletive rispetto all’attuale sede di palazzo Grassi riservata alla biologia del mare. L’eventuale acquisizione da parte del Comune, che secondo Montanariello dovrebbe avvenire sfruttando i 40 milioni della Legge speciale, oltre a salvare i 5500 metri quadrati dell’ex monastero avrebbe il pregio di ripopolare la città di studenti, innescando una serie di attività accessorie sia a livello ricettivo che di esercizi giovanili: senza contare che dopo la laurea (magari in discipline connesse all’edificio, come ad esempio restauro o architettura) in tanti potrebbero stabilirsi a Chioggia, avendola apprezzata quale luogo vivibile a misura d’uomo.
Nessun commento:
Posta un commento
Per inserire i commenti (purtroppo) è necessario inserire un proprio account Google -anche attraverso uno pseudonimo- con il quale commentare gli articoli, in quanto arrivano centinaia di commenti spazzatura con proposte oscene e non riusciamo più a gestire. Non è nostra intenzione schedare o rintracciare in qualche modo chi commenta anonimamente; anzi lasciamo in tal senso la massima libertà al lettore di non declinare le proprie generalità, restando però nell'ambito del buon gusto e della corretta educazione nel commentare senza offendere alcuno. Siamo certi di essere compresi in questa esigenza, e per questo Chioggia Azzurra ringrazia.