«Dopo tutto non cessa che Chioggia, per la posizione in riva al mare, abbia per principale ramo di commercio il prodotto che ricava dalla pesca; pel quale può anzi dirsi che quegli abitanti vi mantengono da tempi antichissimi la supremazia. Il fanciullo s’avvezza da’ suoi primi alle fatiche marinaresche e agli infortuni dell’instabile elemento, diventa pescatore e marinaio per abitudine, direi quasi per istinto. E quando fatto adulto vi si abbandona fidente e cerca in lunghi viaggi migliorare fortuna, affronta il pericolo senza temerlo, (...) a tanto coraggio iniziato, fin da quando fanciulletto stavasi rannicchiato sotto la tolda della sua barca a udire attento nelle lunghe sere d’inverno, al fioco chiaror di un lumicino, il babbo o il nonno che fiutando il fumo della sua pipa raccontavagli la storia dei passati perigli. Tutte le gioje, tutti i dolori di quella povera gente vengono ad essi dal mare».
(Angela Nardo Cibele, “Scene di Chioggia”)
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