venerdì 11 marzo 2022

IN VI COMMISSIONE - LE TEGNUE E L'ASSOCIAZIONE DI MESCALCHIN


Sembra un’amministrazione illuminata questa Armelao che sta dando spazio a realtà territoriali che fino ad ora tanto spazio non sembrava l’avessero avuto.

Il giorno 10 marzo in VI Commissione consiliare, presieduta da Riccardo Griguolo , il tema che si è trattato in modo esaustivo ed efficace è stato quello riguardante le Tegnue di Chioggia. 



Un paesaggio quasi lunare che ha affascinato chiunque ne sia a venuto in contatto, anche solo attraverso le foto dei soci dell’associazione “Le Tegnue” che da anni scattano e pubblicano con lo scopo di divulgare e far conoscere ai chioggiotti, e al mondo, questo tesoro sommerso. 

L’emiciclo era gremito, oltre che dei membri dell'amministrazione comunale e dei consiglieri anche delle persone direttamente o indirettamente toccate da quelle che sono le Tegnue. 

Un patrimonio da tutelare e da valorizzare che non va in contrasto con chi il mare lo frequenta per lavoro, pescatori e vongolari.


L’assessore Massimiliano Tiozzo Caenazzo ha sottolineato che con le passate amministrazioni il percorso non è stato perfettamente lineare e ci sono stati motivi di discrepanza. Ma l’amministrazione attuale sembra aver intrapreso una strada diversa dalle precedenti. Da quando Mescalchin, presidente dell’Associazione le Tegnue ha presentato l’ultimo libro, ci sono stati vari contatti che sfoceranno in un incontro a fine mese, il giorno 28 marzo, in sala consiliare al cospetto dei rappresentanti della Regione, grazie alla mediazione del consigliere regionale Dolfin. 


Quello che emerge dalla riunione di oggi è la necessità che le Tegnue non siano più gestite da associazioni di volontari, come è successo fino ad ora, ma che diventino, a tutti gli effetti, una responsabilità di un Ente istituzionale, che potrebbe essere lo stesso Comune di Chioggia, come sarebbe auspicabile. 

L’azione dei volontari sarà comunque sempre necessaria in quanto all’interno del Comune, e presumibilmente di nessun Ente, ci sono figure professionali in grado di fare ciò che da anni stanno facendo i volontari.


Saranno necessarie collaborazioni, interconnessioni, tra tutti coloro che nelle Tegnue vedono un interesse che siano ambienti universitari, che siano enti quali l’ISPRA, che sia il mondo della pesca, il turismo o quanti altri si rendano conto della ricchezza che rappresentano nella biodiversità e della ricchezza economica possono apportare.

Per gestirla, gestire i fondi, i proventi, per coltivare rapporti, in vista di uno sviluppo diverso più articolato, non diventa più sufficiente la gestione fatta da un'associazione, serve un apparato più strutturato, quale una fondazione o una consulta.

Qualsiasi sia il tipo di organizzazione che nascerà per la sua gestione, in essa dovranno partecipare tutti gli attori coinvolti fino ad ora.

Le voci che sembrano correre nel sottofondo è che il SIC delle Tegnue venga accorpato al Parco del Delta del Po, e questo è un timore per chi vede, in esso, un prolungamento delle bellezze di Chioggia. 

Di fronte a questa prospettiva il coro unanime che si eleva dell’emiciclo è che le tegnùe sono un patrimonio della nostra città e a Chioggia devono rimanere.

Mescalchin ritiene, nell’essere stato invitato in commissione per discutere del lavoro suo e dei suoi collaboratori, una specie di riconoscimento, in quanto in quella stessa sala qualche anno fa il suo lavoro venne sbeffeggiato da qualche professore universitario. Il nome delle Tenùe è talmente legato a quello di Mescalchin che non si può pensare all’uno senza nominare anche l’altro. 

Hanno raccontato la loro esperienza con le tegnùe due pescatori, Elio Dall’Acqua e Michele Boscolo Marchi.

Il primo, rappresentante degli armatori di Chioggia, ha raccontato del suo rapporto di odio e amore con l’area SIC delle Tegnùe, un’area tolta all’attività di pesca che avrebbe potuto portare reddito alla categoria dei pescatori ma che, una volta rivelatasi nella sua bellezza, ha fatto capire a Dall’acqua che quello che conosceva lui era il mare non ciò che viveva sotto il mare. Dall’Acqua appartiene a quelli che sono chiamati gli spazzini del mare, pescatori che non solo raccolgono il pesce che le reti imbrigliano per portarlo al mercato, ma raccolgono anche tutta la spazzatura che nelle loro reti resta impigliata, quintali e quintali di spazzatura, di plastica tolte dal mare. 

Un secondo lavoro che ha permesso di raccogliere in circa un mese, lo scorso anno, 38,850 quintali di spazzatura, che ora viene pagata 30 centesimi al chilo. 

Un secondo lavoro che non era semplice portare a termine a causa della mancanza di un sito per il conferimento della spazzatura una volta a terra. 

Il secondo pescatore coinvolto nella discussione è stato il Presidente dei Co.Ge.Vo di Chioggia, Consorzio Gestione Molluschi Bivalvi, il quale ha evidenziato la storia millenaria del SIC e la sua utilità come area per l’allevamento naturale, un ambiente che va tutelato ma per il quale è seriamente preoccupato. Ciò a causa dei progetti in essere che vedrebbero le Tegnùe nella rotta di strutture che provocherebbero grandi cambiamenti sul fondo marino. Si tratta dei porti off-shore commerciale e turistico e del V-Gate che andrebbe proprio a cadere nell’area SIC.

Il mondo universitario e quello della ricerca confermano che l'ambiente delle Tegnue merita attenzione e che una gestione tenuta da istituzioni locali non è da sottovalutare, gli interessi e i progetti di studio universitari ci sono ma serve dare una continuità alla gestione, e serve che tutti coloro che sono interessati costituiscano una specie di braccio operativo dando vita a una collaborazione continua. Le Tegnue costituiscono un ambiente unico per la biodiversità.

Mescalchin va ringraziato per la perseveranza e la costanza con cui ha accudito, con i suoi, questo tratto di mare del quale va approfondita la conoscenza, e come conferma anche la Capitaneria di Porto, si deve sensibilizzare e potenziare la cultura del mare ma anche secondo questo Ente, una gestione prodotta da volontari, da sola, in modo esclusivo, non è più sufficiente. La voce univoca è stata raccolta dalla consigliera di Energia Civica Maria Rosa Chio, la stessa che ha proposto la commissione.


Chio ha richiesto che fosse stilato un ordine del giorno condiviso in cui richiedere all’amministrazione un’attenzione adeguata all’area SIC, ma, come ha fatto notare l’assessore Caenazzo, un ordine del giorno sul tema non si rende necessario. Già il fatto di aver avuto incontri ripetuti, già la riunione prevista con la Regione il giorno 28 marzo prossimo  dimostrano che l’amministrazione ha già un’attenzione adeguata all’area, e quindi l’ODG si rivela superfluo.

Mentre l’assessore al Marketing territoriale Serena De Perini dichiara  di essere orgogliosa di quest'area che si rivela un valore aggiunto per la nostra città e che può diventare un punto di forza da divulgare anche nel mondo del turismo, l’assessore  Caenazzo vuole essere più concreto. Ora vuole focalizzarsi sul futuro delle Tegnue, certo della disponibilità di tutta la Giunta sperando anche in quella di tutto il consiglio è certo che perseguendo un’unanimità di intenti, si potrà portare a casa il risultato.


2 commenti:

  1. Buon giorno Andrea ho letto il tuo commento e vedo opportuno puntualizzare che la Gestione delle Tegnue di Chio

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  2. Buon giorno Andrea ho letto il tuo commento e vedo opportuno puntualizzare che la Gestione delle Tegnue di Chioggia dal 2003 al 2008 è stata condotta dall’Associazione omonima comprese le opere in mare e in collaborazione proficua con gli istituti di ricerca:Università di Padova, ICRAM Stazione di Chioggia, Università di Bologna e CNR di Padova finanziando tre borse di studio per ricerca) con un finanziamento diretto dalla Regione. Abbiamo consegnato al Comune di Chioggia un vero Parco Marino con un regolamento anche per la fruizione turistica dell’area.
    Dopo di che è subentrata la famosa legge 15/2007 che ha messo a disposizione della costa Veneta 16,4 milioni di euro. Con lo staff scientifico e tecnico ci siamo adoperati perché una parte di questa grossa somma fosse destinata a Chioggia e cosi fu per 1,1 milione di euro. Si stipulò quindi una convenzione con il Comune per poter continuare la gestione usufruendo di una parte di questo finanziamento diretto al Comune. In seguito non condividevamo come veniva gestito la rimanente cifra e la troppa esposizione economica causata dai ritardati rimborsi, decidemmo perciò di rinunciare e fu tutto lasciato in gestione al Comune. Risultato: una buona parte del finanziamento è stato in seguito contestato dalla Regione per spese non pertinenti.
    Quindi l’Associazione è tuttora in condizioni di gestire la Tegnue di Chioggia perché l’ha già fatto in totale trasparenza e senza che speculazioni di nessun tipo venissero realizzate!!

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