Contadini e ortolani del territorio clodiense sono alla disfatta, rassegnati.
Anche per ierii era stata prevista pioggia in tutto il territorio Veneto, per la precisione in tutti i bacini idrografici, con evidenza di una situazione di allerta ma nel territorio chioggiotto non si è vista cadere una goccia.
Il maltempo si è sfogato in altre zone dando in alcuni casi la botta finale al settore agricolo, distruggendo coltivazioni a un passo dall’essere raccolte.
L’unica alternativa, tolti i progetti fantasmagorici, anche respinti dal genio civile consisteva nella concessione che poteva essere fatta dai consorzi più a monte a favore di quelli più a valle in modo che il fiume arrivasse con maggior portata in tal modo sarebbe stato più agevole irrigare anche i campi più distanti dall’alveo.In questo contesto le piogge che vanno a cadere nel Trentino permetterebbero che una maggior quantitativo d’acqua venisse liberato per far fronte alle esigenze dei territori lungo il corso.
Ora a Ca’Lino i fossi sono arsi, completamente a secco. Le aziende che hanno un numero minore di ettari riescono a ovviare parzialmente scavando canali.
I grandi possedimenti non possono provare a risolvere in questo modo, troppo ampia dovrebbe essere la rete di canali scavata per avere un motivo d’essere ma questa soluzione potrebbe provocare criticità sullo stesso terreno che non sarebbe più stabile.
Un tentativo, per non lasciare nulla di intentato, è bagnare i campi col fango, raschiando quasi il fondo del barile.
Chi aveva previsto di piantare o seminare in questo periodo ha rinunciato, le colture hanno bisogno d’acqua, senza non può crescere nulla e quindi rinunciano a provarci.
Preferiscono aspettare e prepararsi per la prossima primavera pur con la consapevolezza che stare da oggi a gennaio, periodo indicato per gettare le basi per il prossimo raccolto, senza lavorare può essere molto duro. Ci sono aziende esposte per decine e decine di migliaia di euro. Il periodo è molto duro e al momento non si vedono spiragli.
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