Ieri il via al nuovo anno scolastico. Non si è registrata nessuna particolare difficoltà e, in qualche caso, come quello della scuola primaria Caccin, è stata anche l’occasione di tenere una lezione “diversa”, grazie a una dimostrazione di maestri falconieri che ha affascinato i piccoli alunni.Ma qualche apprensione, in quest’ultimo periodo, per le famiglie, non è mancata.
Prima la notizia che non si sarebbe potuta costituire la prima classe della Gregorutti, i cui 12 iscritti sono stati dirottati verso altri istituti, poi la notizia dell’aumento delle tariffe della mensa scolastica, con un servizio ancora da “testare”.
E, non per essere cattivi profeti, ma la possibilità che aumenti anche il costo del trasporto scolastico non sembra così astratta.
Queste situazioni possono far sorgere malcontento nelle famiglie che si trovano a pagare servizi sempre più cari in periodi di crisi.
Ma va fatto notare che gli aumenti dei costi delle materie prime e dei carburanti riguardano tutti, anche le ditte che curano la ristorazione nelle mense scolastiche e, inoltre, le tariffe di Chioggia erano ferme da oltre 10 anni.
Il loro adeguamento, quindi, era doveroso, proprio a tutela della qualità dei pasti offerti ai bambini, che potrà essere verificata dal 3 ottobre, data in cui inizierà il servizio mensa vero e proprio, mentre dal 19 settembre, per i giovani alunni sarà possibile portarsi il pasto da casa.
Per il trasporto scolastico, la tariffa attuale è 21 euro mensili, ed è, probabilmente, la più bassa del Veneto. A Cavarzere, per esempio, le famiglie pagano dai 45 euro in su e il costo effettivo del trasporto di un bambino si aggira sui 300 euro mensili.
Per capire quanto questo problema “pesi” a livello nazionale basti sapere che la Corte dei Conti che, dapprima aveva stabilito che il costo del servizio fosse interamente a carico delle famiglie, ha aperto, in un secondo momento, la possibilità ai comuni di compartecipare alla spesa. Ma quanto durerà?
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