lunedì 14 febbraio 2022

GIUSEPPE PALO (ORTOMERCATO): DISASTRO ALLE PORTE CON IL CARO GASOLIO E IL CUNEO SALINO


Il perdurare del periodo di siccità sta provocando non pochi danni a un settore tradizionale e consistente della nostra economia, quello agricolo.

Gli alvei dei fiumi Brenta, Adige e Bacchiglione sono ai minimi storici per la portata d’acqua e il loro indice di salinità alla foce è troppo alto, ora, per poterne utilizzare le acque per l’irrigazione dei campi. L’agricoltura locale attinge l’acqua dall’Adige ma ora ciò non è possibile, il rischio è di irrigare gli orti lasciando sali nel terreno che ne inficerebbero la fertilità. Chi può utilizza le acque da risorgiva, ma non tutti i campi possono farlo e molti devono quindi aspettare il momento giusto per poter proseguire con la coltivazione.

Il processo della coltivazione, semina, trapianto e quindi la raccolta, segue un percorso che necessita di acqua, mancando questa il percorso si interrompe. Ciò crea un inghippo nella programmazione che ora va a intaccare la produzione primaverile con il rischio di inficiare la qualità del prodotto al mercato. 

Come sottolinea l’amministratore di Chioggia Ortomercato, Giuseppe Boscolo Palo, il cambiamento climatico provoca periodi di bombe d’acqua, pericolose per le coltivazioni, come periodi di intensa siccità, altrettanto pericolosi. Per l’agricoltura questi fenomeni, se avvengono nel periodo in cui ci si comincia a dedicare alle coltivazioni piuttosto che quando i campi sono a riposo, fa la differenza.

Gli orti attingono l’acqua dall’Adige il quale sarebbe dotato di paratie che vengono allocate nel periodo primaverile-estivo, quando il rischio della salinizzazione dell’acqua dovuta a fenomeni di siccità è più frequente. La struttura appartiene al Genio Civile che la cede in concessione al Consorzio del Delta del Po. La concessione segue il calendario, permettendo il funzionamento delle barriere a partire dal 1° aprile. ma, si chiede Palo, se il problema della salinizzazione delle acque del fiume e la bassa portata del fiume, che impediscono il prelievo dell’acqua per l’irrigazione, si manifesta a gennaio o a febbraio perché non guardare oltre al calendario e mettere in funzionamento la struttura comunque anche se in anticipo?

La domanda l'ha rivolta all’assessore all’agricoltura Elena Zennaro la quale dovrà confrontarsi con i due Enti, Genio Civile e Consorzio del Delta del Po. Qualsiasi possa essere l’esito del confronto subentra però un problema che riguarda proprio la struttura delle paratie che sembrano essere state danneggiate durante le ultime piene dello scorso anno, per aggiustare le quali serviranno una quindicina di giorni. Un tempo lunghissimo in agricoltura che vede un’emergenza oggi ma una preoccupazione reale per il prossimo futuro.

Diventa cruciale realizzare lo sbarramento per il cuneo salino, ma non solo sul Brenta, dove la salinizzazione dell’acqua è un problema per i residenti da quelle acque vengono serviti ma anche sull’Adige, che di fatto è essenziale per l’agricoltura nel territorio clodiense. 

A quanto sembra i lavori per lo sbarramento del cuneo salino sul fiume Adige sono già a un buon punto, sotto l’egida del Consorzio del Delta del Po e c’è quindi la possibilità che quest'ultimo sbarramento venga realizzato in tempi molto più brevi di quello sul Brenta, del quale si parla da oltre vent’anni. Seppure per il settore agricolo andrebbe comunque bene è per la cittadinanza che sarebbe auspicabile la realizzazione in velocità di quello sul Brenta, meglio ancora la combinata. 

Una situazione che ricorda quella del 2003 quando a Chioggia l’acqua è stata portata con le botti.

C’è un problema, conclude Palo, e va risolto in tempo utile.

A questo problema si aggiunge quello delle bollette. Anche il mondo agricolo, come quello della pesca, sta vivendo un duro momento legato all’aumento del carburante e dell’energia.  

Un aumento che tocca tutta la produzione della filiera, dalla produzione dei concimi, ai trasporti, alle serre, ai trattori, portando per forza di cose l’aumento del prezzo di vendita al mercato del prodotto stesso. 

A Chioggia, al coro di #salviamolapesca, si deve aggiungere #salviamolagricoltura.

Due settori fondamentali per il nostro territorio, legati da fili invisibili e da problematiche comuni.


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