martedì 30 marzo 2021

GIOCO D'AZZARDO, 97 PATITI SU 100 HANNO SMESSO DI SCOMMETTERE DURANTE IL LOCKDOWN DEL 2020: VENTI SONO POI RICADUTI DI NUOVO. L'INDAGINE DELL'ULSS

Ogni cento giocatori d’azzardo, 97 hanno smesso di scommettere durante il primo lockdown dello scorso anno. Solo tre dei suddetti si sono riversati nelle scommesse online e nei gratta e vinci delle tabaccherie, mentre dei 97 che si sono astenuti dal gioco, solo 20 sono ricaduti nella rete dell’azzardo nel maggio scorso, allo scadere delle restrizioni. Gli altri 77, nonostante siano tutti entrati comunque nella fase critica del “craving” (il desiderio irrefrenabile di tornare a scommettere), non hanno ceduto alla tentazione.
La fotografia dell’ULSS 3 è stata scattata ai 230 malati di gioco in carico al dipartimento Dipendenze. Nel 2019 gli affetti da questa patologia in cura erano 265 e, di questi, i nuovi ingressi erano stati 94. Dei 230 in cura dal 2020, i nuovi ingressi sono invece 33. «Merito della dedizione costante degli specialisti - commenta il direttore generale dell’ULSS 3, Edgardo Contato - che ha portato molti di questi pazienti a sedare, controllare e anche sconfiggere questa dipendenza. Ma è sicuramente merito anche della vicinanza costretta e salutare delle famiglie, durante i periodi di restrizione e clausura forzata imposte dall’emergenza pandemica. I numeri dicono che, con la diminuzione dell’offerta del gioco, diminuiscono anche le dipendenze».

Altro fattore rilevato dalla ricerca, condotta dal referente scientifico del piano aziendale di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo Ermanno Margutti, è che la chiusura di casinò e delle slot nei bar e nelle tabaccherie non ha comportato una migrazione della dipendenza verso i gratta e vinci e il gioco online. «In questo tipo di dipendenza - spiega il dottor Margutti - c’è molta fidelizzazione verso il gioco che si predilige, quindi non è detto che il giocatore, tolto lo stimolo, decida di cambiare gioco. Anche in chi giocava prima online, in ogni caso, è stata riscontrata una diminuzione drastica della dipendenza durante il lockdown».
Per contro, i pazienti rimasti in carico in questo momento hanno bisogno di un supporto e un sostegno maggiore rispetto all’era pre Covid: «In questi casi - continua Margutti - è la solitudine a pesare sulla dipendenza. Il single in questi momenti è più vulnerabile alla patologia, rispetto a chi non rimane solo a casa: soprattutto per questa categoria è nata l’applicazione “Chiama e vinci” dell'ULSS Serenissima, già disponibile.
Si tratta di uno strumento comunitario che racchiude nel telefono tutti gli interventi di prevenzione al gioco d’azzardo: all’altro capo c’è infatti l’équipe del dipartimento Dipendenze. È la prima applicazione relativa al gioco d’azzardo che interagisce direttamente con i giocatori, attraverso videochiamate, chat ed eventi online. L’applicazione è quindi gestita dai referenti dei vari SerD presenti nel distretto, e da un gruppo di professionisti scelti ad hoc per questo disturbo.
Alla sezione “Vuoi parlarne?”, dalle ore 8 alle ore 20 sono disponibili quindi psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali ed educatori del team dipendenze. Sono contattabili via Skype o in chat anonima, oppure attraverso Whatsapp o al numero verde dedicato. Con il pulsante “Fai da te”, il giocatore può verificare autonomamente il suo livello di coinvolgimento con il gioco d’azzardo facendo il test “Canadian problem gambling index”, un questionario autosomministrabile della durata di pochi minuti. Nella stessa sezione sono presenti esercizi pratici per il contenimento della propria dipendenza.
Alla voce “Questionario Covid”, il paziente può comprendere meglio la natura del proprio comportamento rispetto all’attuale situazione di pandemia. Nell’area “Mindfulness”, infine, sono presenti video ed esercizi di meditazione contro la dipendenza da gioco d'azzardo. Nell'applicazione figurano anche una mappa degli ambulatori, una "meeting room” per partecipare attivamente agli eventi collettivi che parlano della malattia del gioco, e la sezione “Lo sapevi che?”, con risposte e curiosità riguardo la propria patologia. Domani mattina, mercoledì 31 marzo, la ricerca e l’applicazione saranno presentate ufficialmente nel corso del convegno scientifico via web, dal titolo “Disturbo da gioco d’azzardo ai tempi del Covid”.

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