martedì 5 maggio 2020

LA NAVIGAZIONE DA DIPORTO È CONSENTITA IN LAGUNA, NELLE ACQUE INTERNE E LUNGO IL LITORALE VENETO, RISPETTANDO DISTANZE E NUMERO DI PERSONE A BORDO

Via libera alla navigazione da diporto nel compartimento marittimo di Chioggia e nell'intero tratto del litorale veneto, oltre che nelle acque interne e lagunari. Dopo due giorni di "tira e molla", tra l'ordinanza liberalizzatrice del presidente regionale Luca Zaia e le ultime ore di vigore del provvedimento delle Capitanerie di Porto che la bloccavano per tutto lo scorso weekend, nel tardo pomeriggio di ieri finalmente la conferma attesa dai tanti appassionati che avevano tempestato di richieste la Guardia Costiera clodiense. Già nella conferenza stampa di spiegazione dell'ordinanza, Zaia aveva parlato di «qualsiasi navigazione», pur non esplicitandolo nel testo: il che aveva fatto insorgere dubbi interpretativi da dover dirimere.
Il comandante, capitano di fregata Michele Messina, ha confermato che ogni tipo di navigazione è ammesso, compresa la pesca sportiva, la pesca subacquea, il nuoto, il windsurf, salvo il rispetto delle norme vigenti per le specifiche attività: ad esempio, a Sottomarina è ancora chiusa la diga alla circolazione pedonale, quindi non è possibile appostarsi per pescare da fermo. Analogo nulla osta da parte della Guardia di Finanza. L'ordinanza veneta è comunque soggetta a eventuali e successive indicazioni provenienti dagli altri enti impegnati nella lotta al Covid, come l'ULSS, il Comune o la Prefettura. Il limite di estensione dell'ordinanza è lo spazio acqueo regionale, quindi non si potrà sforare uscendo nelle acque del Friuli o dell'Emilia.
Importante la disciplina dell'argomento: anche nella navigazione da diporto è necessario il rispetto delle distanze tra le persone. Quindi è ammessa la presenza a bordo del solo nucleo familiare: in un natante di 5 metri è autorizzato l'accesso di due persone al massimo. Viene autorizzato anche il pernottamento a bordo, ma sempre rispettando tali regole. Il comandante Messina auspica che le attività vengano condotte responsabilmente da parte dell'utenza, non escludendo quindi di tornare a provvedimenti restrittivi qualora se ne presentasse il bisogno.

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