La tanto invocata soluzione politica per il deposito di gpl in Val da Rio è arrivata. Ieri sera, con l'approvazione del cosiddetto "decreto agosto", il governo ha bloccato l'entrata in funzione dell'impianto costruito da Costa Bioenergie in quanto insistente sopra un sito tutelato dall'UNESCO, come la laguna di Venezia: all'articolo 89, comma 24, lettera b del provvedimento, infatti, si legge che è vietato «l’avvio dell’esercizio degli impianti di stoccaggio di gpl, collocati nei siti riconosciuti dall’UNESCO, già autorizzati alla data di entrata in vigore della presente disposizione e non ancora in esercizio».
L'articolo così disciplina ex novo una materia finora regolata dal piano per la transizione energetica sostenibile, in virtù del quale l'impresa di Fidenza aveva ottenuto l'autorizzazione interministeriale nel 2015: a Costa Bioenergie, riferisce il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico d'Incà, sarà riconosciuto un indennizzo pari al danno emergente. Le dichiarazioni dell'esponente stellato non vengono commentate dall'azienda: «Prima di fare qualsiasi valutazione - sostiene il manager Pierpaolo Perale - aspettiamo di leggere il dispositivo della norma contenuta nel "decreto agosto"».
Come sempre avviene in questi casi, la vittoria (se di vittoria definitiva si tratterà) è figlia di cento padri, alcuni dei quali in crisi gli uni con gli altri: il comitato No Gpl parla di «pietra tombale» al funzionamento del deposito, riconoscendosi di averci creduto fin dall'inizio e fino al risultato. «Grazie a tutti i cittadini e alle categorie economiche - si legge nella pagina fb - che hanno lottato strenuamente e tenacemente in questi cinque anni. Grazie a tutti i politici che ci sono stati vicini e si sono attivati».
E proprio sul fronte politico, le due forze che a Roma condividono l'esperienza del governo Conte II (ma a Chioggia sono divise tra maggioranza e opposizione) rivendicano il merito dello stop: a tarda sera, ieri, il Movimento 5 Stelle ha festeggiato in piazza, sotto il municipio, con le bandiere animate dal vicesindaco e dal gruppo consiliare. La consigliera regionale Erika Baldin parla di «orgoglio per una promessa mantenuta, una battaglia tutta in salita, che si è potuta risolvere solo grazie alla collaborazione con la compagine del M5S al governo e al mio continuo lavoro nel territorio. Fin dall'inizio della mia attività politica ho dedicato tutte le mie energie per bloccare l'impianto nel luogo sbagliato e con l'iter sbagliato».
Anche il sindaco Alessandro Ferro, che ha registrato pure un video in ambiente domestico, elogia i parlamentari del Movimento: «Il filo diretto che ci lega al governo dà i suoi frutti, dopo la soluzione della vertenza Lusenzo. Sono felicissimo e spero che le mie grida di gioia arrivino direttamente a Roma. Molti sono stati i viaggi nella Capitale, numerose le telefonate, le lettere, gli incontri, le manifestazioni. Sono sempre stato fiducioso che saremmo riusciti nell'impresa. Grazie ai ministri Patuanelli e d'Incà, al mio vice Marco Veronese in prima linea per tutta la vicenda, ai parlamentari Spessotto, Vanin, Maniero, alla consigliera regionale Baldin e alle segreterie del Ministero per lo Sviluppo».
Dal canto suo, il consigliere Daniele Padoan si dice convinto che «ora si aprono nuove strade per lo spostamento del mercato ittico in Val da Rio, al posto del deposito», ma i grillini vengono bacchettati da Barbara Penzo, segretaria comunale del Partito Democratico, che ascrive all'azione della ministra per le Infrastrutture Paola de Micheli e del sottosegretario alla presidenza del consiglio Andrea Martella il merito del blocco: «La norma è stata scritta e finanziata per sua volontà e suo impulso - commenta Penzo - ma riconosco al comitato No Gpl il grande merito di aver riacceso il senso civico e la partecipazione.
Tuttavia, le fughe in avanti di chi si appropria del risultato e della vittoria sono la conferma dell’incapacità di riconoscere il lavoro di squadra e hanno il sapore della presunzione, che non può esser di certo la base per una buona sana ed onesta politica. Pertanto, a chi festeggia ritenendosi unico vincitore, ricordo solo che senza una azione concertata e una volontà condivisa non si sarebbe potuto raggiungere alcun obiettivo».
In attesa di verificare quanto fragile potrà essere una consonanza tra posizioni che si disputano le vesti della vittoria, e di comprendere cosa significherà sul piano economico e delle responsabilità amministrative la ricaduta nei confronti di Costa Bioenergie, oggi Chioggia si appresta a scrivere una nuova pagina, la prima di un percorso (non si sa quanto lungo) che potrebbe portare alla demolizione del deposito, al suo trasloco o alla riconversione.
Altri commenti politici seguiranno, altri pezzi di bandiera aggiungeranno il proprio colore, mentre gli attivisti No Gpl sperano solo che non si tratti solo di fumo elettorale gettato negli occhi da formazioni politiche in difficoltà: sarebbe per loro la più cocente delle beffe. Domani? È un altro giorno.
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