lunedì 7 dicembre 2020

DOPO IL RESTAURO DELLA FACCIATA, LA CHIESA DI SANTA CROCE A CHIOGGIA TORNA ALL'ANTICO SPLENDORE

È finalmente giunto a compimento il restauro della facciata della chiesa di Santa Croce, ai piedi del ponte di Vigo, dove sono collocati alcuni uffici della Capitaneria di Porto di Chioggia. Il risanamento conservativo, commissionato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche e realizzato in base al progetto dell'ingegner Andrea Marascalchi, è stato curato dallo studio dell'architetto Matteo Cuppoletti, il quale ha intrattenuto i rapporti con la Soprintendenza ai Beni Artistici e al Paesaggio, con il direttore dei lavori architetto Giorgio Barbato e con il responsabile della procedura, ingegner Valerio Volpe. La somma stanziata ammonta a 750mila euro, utili a consentire il recupero strutturale del manufatto storico, nonché il restauro dei prospetti e dell'artistica facciata principale. A livello operativo sono state coinvolte l'impresa I Platani e la Sinopis Restauri con sede a Valli di Chioggia.
L’intervento di messa in sicurezza del fabbricato, dal punto di vista statico, ha riguardato il solaio intermedio ed alcune opere di miglioramento sismico. Quanto ai materiali, il progetto di conservazione ha interessato il ripristino della storica finitura a marmorino, unitamente alla pulizia e al restauro di tutte le parti lapidee, restituendo l’importante valore storico ed artistico della facciata prospiciente piazzetta Marinai d’Italia, precedentemente compromessa dei recenti ed incongruenti rivestimenti costituiti da intonaci di tipo cementizio. L'auspicio dell'architetto Cuppoletti è che venga presto finanziato il secondo stralcio del restauro, di modo da restituire integralmente l'opera alla normale fruizione da parte degli uffici della Guardia Costiera.
La chiesa di Santa Croce fu costruita nel Trecento e ricostruita nel 1481 per ospitare la Confraternita dei Bianchi, padri Domenicani così denominati per il colore del saio e del cappuccio che indossavano nelle feste e nelle processioni. Un rovinoso incendio divampato nell’oratorio nel 1606 costrinse ad effettuare la ristrutturazione che portò all’aspetto attuale dell’oratorio. Nel 1805, durante il periodo napoleonico, la chiesa fu requisita e trasformata in caserma, e i suoi interni furono manomessi.
Successivamente, nel 1808, vi è notizia di un altro rovinoso incendio e del conseguente nuovo restauro in stile barocco, con grande utilizzo del marmo d'Istria. Dopo che nell’ex ospedale di Santa Croce si è insediata la Guardia Costiera, nel 1871, il convento fu convertito in sede della Capitaneria di Porto. Sia nella chiesa come nell’attiguo oratorio venivano conservate molte opere di eccellenti pittori veneti, delle quali è andata perduta ogni traccia così come dei cinque altari.

Nessun commento:

Posta un commento

Per inserire i commenti (purtroppo) è necessario inserire un proprio account Google -anche attraverso uno pseudonimo- con il quale commentare gli articoli, in quanto arrivano centinaia di commenti spazzatura con proposte oscene e non riusciamo più a gestire. Non è nostra intenzione schedare o rintracciare in qualche modo chi commenta anonimamente; anzi lasciamo in tal senso la massima libertà al lettore di non declinare le proprie generalità, restando però nell'ambito del buon gusto e della corretta educazione nel commentare senza offendere alcuno. Siamo certi di essere compresi in questa esigenza, e per questo Chioggia Azzurra ringrazia.