Ha fatto davvero tanto piacere comunicare al telefono con Riccardo, 73enne di Chioggia, reduce dall'ospedale di Mirano, che l'ha dimesso dopo otto giorni in quanto il tampone ha dato finalmente esito negativo al Coronavirus. Riccardo, che vive da solo al piano superiore rispetto ai figli, era stato ricoverato al decimo giorno di febbre alta, che oscillava fra i 39 e i 40 gradi: «Poi grazie agli antibiotici e tre pastiglie più volte al giorno - racconta l'uomo a Chioggia Azzurra - la temperatura è cominciata a scendere, prima a 38.5 e poi gradualmente alla normalità». La diagnosi del nosocomio miranese era chiara: polmonite interstiziale da Covid-19: «All'ospedale - continua Riccardo - ho visto operare tante persone pazienti, giovani, bravissime, ma allo stremo per la fatica».
Ora dovrà sostenere ancora per tre giorni la cura a base di antivirali come il Kaletra e antireumatoidi quali il Plaquenil, prodotto sperimentale che sta alleviando tra gli altri le sofferenze di don Massimo Fasolo al policlinico di Padova e di altri ricoverati chioggiotti: Riccardo sosterrà il tampone di controllo tra meno di una settimana, e poi gli esami del sangue e i raggi X fra un mese, per verificare che la polmonite sia andata via del tutto. Un ultimo simpatico inciso: «Mi sento meglio - sorride il 73enne - anche se là dentro non mangiavo niente, abituato com'ero a casa...», uno stato d'animo che comprensibilmente accomuna tanti pazienti.
Frattanto il reparto di Medicina dell'ospedale di Chioggia, come già da due giorni anche il Pronto Soccorso, è stato suddiviso in due spazi dal primario Giorgio Cavallarin: uno dei lati ospita i pazienti sintomatici che attendono il test e i risultati. Dai primi due letti iniziali, i letti sono passati presto a 6. A Venezia invece sono in difficoltà tutte le sedi del Tribunale, dal momento che le guardie di polizia giudiziaria non hanno ricevuto le mascherine a differenza di altri operatori, ma continuano a effettuare commissioni: i contatti con il pubblico sono limitati agli appuntamenti presi via posta elettronica certificata, ma questi utenti non possono salire gli uffici e sono tenuti a relazionarsi quindi solo con il personale all'ingresso, totalmente sprovvisto di dispositivi di protezione individuale oltre che delle distanze minime di sicurezza.
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