Fa sempre un enorme piacere parlare con chi da uno spettro terribile, come in questi giorni il Coronavirus, è uscito indenne e può raccontare la sua esperienza. È il caso di Giuliano Fiorindo, presidente del comitato civico di Valli e membro della consulta comunale delle frazioni: un punto di riferimento per la sua comunità, così colpita dai lutti e dal contagio, che nelle stesse settimane ha sperato per i propri cari ma anche per Giuliano e sua moglie -entrambi positivi al Covid-19, ricoverati all'ospedale di Dolo- e per il parroco don Massimo Fasolo, ricoverato in terapia intensiva a Padova prima della guarigione.
«Quando sono entrato a Dolo - ha detto Giuliano Fiorindo in dialogo con Chioggia Azzurra - non avevo febbre né tosse, ma solo la saturazione a 88-90, sotto i limiti di sicurezza. L'assenza di patologie pregresse è stata un punto a mio vantaggio, per questo non c'è stato bisogno del "casco" né di intubazione». Al 66enne è stato comunque somministrato l'ossigeno per 17 giorni: prima 12 litri poi gradualmente meno fino a 4, quindi ha potuto fare a meno pur avendolo sempre disponibile "al rubinetto" accanto al letto.
In tutto sono stati 26 i giorni di degenza per Fiorindo, uscito dal nosocomio rivierasco dopo due tamponi negativi: «La dottoressa mi ha detto di tenere mascherina e guanti in casa, ma che ormai ero guarito dall'incubo. Posso uscire solo se devo, altrimenti resto a casa come le altre persone, finché non finirà». Giuliano aveva imparato a riconoscere i medici dalla voce: «Sono stati degli angeli, mi hanno trattato molto bene e non escludo che tornerò a trovarli per ringraziarli, un bel giorno quando sarà possibile».
Il presidente del comitato di Valli, che durante il decorso ospedalieri ha perso dieci kg di peso, si è sempre tenuto in contatto con la frazione attraverso facebook e whatsapp: là dentro, a Dolo, erano in dieci da Valli, e sapevano che cinque se n'erano andati in pochi giorni (sei oggi, con il 91enne Egisto Bertaggia, ndr). Logica l'apprensione, ma bisognava anche tener calmo il paese e dare il proprio esempio per andare avanti, specie per chi è molto conosciuto in loco dato il suo ruolo. «Prima del virus - conclude Giuliano Fiorindo - avevo inviato una lettera all'ANAS per la questione della rotatoria di Valli, mi hanno risposto con buone notizie mentre ero ricoverato, e presto ne riparleremo con i cittadini e con tutti gli enti interessati».
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