martedì 14 aprile 2020

L'EMERGENZA E IL LAVORO: PARLA FEDERICO SALVAGNO, MAESTRO CHIOGGIOTTO DI SCI A MOENA, DOVE IL CONTAGIO È STATO RIDOTTO AI MINIMI TERMINI

Federico Salvagno è un giovane chioggiotto che -almeno nei mesi invernali- vive a Moena in Trentino, dove lavora come maestro di sci (allenatore di 2° livello), specializzato nell'apprendimento dell'infanzia. Anche lui, come tutto il comparto, è stato "travolto" dall'emergenza Coronavirus: ma Moena, a differenza di altre località sciistiche nel nord Italia, può vantare un numero minimo di contagi, grazie alle precauzioni da subito adoperate.

«Già il 9 marzo - dice Federico, in videoconferenza con Chioggia Azzurra - è stato deciso di chiudere impianti e strutture, per proteggere e proteggersi. Sono state fissate regole stringenti per non spostarsi di casa più di cento metri, fare la spesa una volta alla settimana, i cittadini si sono chiusi compreso il sottoscritto. Il resto della valle ha avuto più contagi, ma là ci sono anche più impianti»
Quanto alle prospettive economiche (e pure emotive), dice il maestro Salvagno, «la stagione era positiva fino a febbraio, con tanto lavoro e nevicate già da novembre e dicembre. Trovarsi bruscamente fermi è un disastro per il turismo, specie per i giovani come me che stanno costruendo la propria vita e la propria carriera mattone su mattone».
In tanti si tengono allenati online... «Lo fanno tutti su instagram da quando c'è la quarantena - sorride Federico Salvagno - grazie a tanti programmi e piattaforme... lo dico anche ai bambini che alleno: occorre tenersi allenati con il cervello e la mente, che è diverso da tenere allenato il fisico.
Mi alleno in diversi sport, anche con la musica, con equilibri diversi e tanta inventiva adoperando quello che c'è, per provare a migliorare lo sviluppo delle mie abilità anche motorie. Che poi è quello che insegnamo ai bambini, cui suggerisco di cimentarsi in discipline nuove, "di transfert": uno che sa muoversi indipendentemente, saprà andar meglio sugli sci».
Difficile parlare di progetti: «Accantono quelli che avevo - sospira il giovane allenatore - e mi metto in attesa come tutti. Penso a come migliorare, guardando video, focalizzando l'attenzione sul mio insegnamento e sulla comunicazione. Cerco di essere pronto quando riapriranno gli impianti, con la stessa voglia di prima». Nostalgia di Chioggia? «Certo che sì, e dell'estate, di riposare i piedi nella sabbia e nell'acqua»: in bocca al lupo anche a te, Federico!

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